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Giovedì, 25 Aprile 2024
CRONACA

Attentato a Tunisi: i nomi dei quattro morti italiani

Sale a quattro il numero dei connazionali uccisi a Tunisi. Sono Francesco Caldara di Novara, Giuseppina Biella di Meda, Antonella Sesino e Orazio Conte di Torino

ROMA - La conferma ufficiale è arrivata nel tardo pomeriggio di giovedì, a poco più di 24 ore dall'attacco terroristico al museo del Bardo di Tunisi.

Sono quattro gli italiani morti nell'attentato: Francesco Caldara (pensionato 64enne di Novara), Orazio Conte (54enne torinese, informatico), Antonella Sesino di Torino e Giuseppina Biella, 72enne di Meda (Monza). 

La Farnesina scrive in una nota: "Personale dell’Ambasciata a Tunisi e dell’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, appositamente inviato in loco, ha avuto accesso all’obitorio dell’ospedale Charles Nicolle ed effettuato un primo riconoscimento fotografico dei due connazionali che finora risultavano irreperibili. Sarà tuttavia necessario, per poter dichiarare il decesso, procedere ancora ad un atto formale di riconoscimento da parte dei familiari, alcuni dei quali sono attesi a Tunisi nelle prossime ore. Nello stesso ospedale erano stati trasportati i corpi dei due italiani il cui decesso era stato già confermato".

E intanto altre cinque sospetti sono stati arrestati per l’attacco al museo. In totale sono quindi nove le persone detenute dalla polizia, di cui quattro per “legami diretti con l’attacco”, ovvero i quattro uomini fermati in mattinata. I cinque sospetti erano sotto interrogatorio. Uno dei terroristi, Yassine Laabidi, era “seguito” e “noto” ai servizi di sicurezza tunisini. Lo ha dichiarato il premier Habib Essid, parlando ai microfoni di radio Rtl, secondo quanto riportano i media tunisini. Laabidi è stato ucciso ieri nel blitz delle forze di sicurezza. Essid ha ancora ribadito l’importanza dell’unità nazionale di fronte all’attentato, sottolineando le sue preoccupazioni legate alle ripercussioni sul turismo e l’economia in generale. I terroristi erano “muniti di cinture esplosive” e di armi “molto avanzate”, ha spiegato il ministro degli Interni Najem Gharsalli per cui il numero delle vittime dell’attentato “sarebbe potuto essere molto più alto”.

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