rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
SIRIA / Siria

Obama "non ha ancora deciso" se attaccare la Siria

Continua senza sosta la battaglia diplomatica prima dell'eventuale attacco militare contro il regime di Assad. Netta l'opposizione russa, mentre il dittatore siriano si mostra sicuro della vittoria

"Non ho ancora preso una decisione". Con queste parole il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è espresso ieri in merito a un possibile intervento militare contro il regime del presidente siriano Bashar Al-Assad, accusato di aver usato armi chimiche contro i civili lo scorso 21 agosto alle porte della capitale Damasco.

L`inquilino della Casa Bianca è stato intervistato dalla PBS dopo la sua partecipazione alle celebrazioni per il 50esimo anniversario del discorso "I have a dream" di Martin Luther King. Obama ha spiegato che un attacco militare manderebbe un segnale ad Assad, ma non "risolverebbe tutti i problemi interni della Siria e ovviamente non metterebbe fine alla morte di civili innocenti" sul territorio siriano.

Il presidente ha però aggiunto: "Dobbiamo essere certi che quando un paese viola norme internazionali su armi come quelle chimiche, ciò potrebbe rappresentare una minaccia per noi". Dunque, ha concluso, "vogliamo fare in modo che ciò non accada".

ATTACCHI LIMITATI O "KILL ASSAD"?

CAMERON "TIRA IL FRENO"

David Cameron ha annunciato che attenderà il rapporto degli ispettori Onu sull'uso di armi chimiche in Siria, prima di chiedere il sostegno del Parlamento per "un diretto coinvolgimento britannico" in un attacco al regime di Damasco. E' quanto riporta oggi la stampa britannica, sottolineando come il premier sia stato costretto a frenare su un intervento militare dato per certo nel fine settimana a fronte della minaccia dei laburisti di non sostenere l'azione e dei timori espressi da alti esponenti delle forze armate sulla missione.

In un documento diffuso la scorsa notte, Downing Street ha sottolineato che la decisione di attendere l'esito dell'ispezione Onu è nata a fronte delle "profonde preoccupazioni" che il Paese ancora nutre dopo "quanto successo sull'Iraq".

Il Parlamento convocato per oggi non voterà quindi una mozione di sostegno all'azione militare, ma una mozione per una "risposta umanitaria". Per un attacco servirà un ulteriore voto, che potrebbe tenersi la prossima settimana.

EMMA BONINO: "NESSUN INTERVENTO ITALIANO SENZA L'ONU"

LA PROPAGANDA DI ASSAD

La Siria uscirà "vittoriosa" dallo scontro con gli Stati uniti. Ne è convinto il presidente siriano Bashar al-Assad, secondo quanto riportato oggi dal quotidiano libanese al-Akhbar.

"Fin dall'inizio della crisi sapevano che sarebbe arrivato il momento in cui il nostro vero nemico avrebbe rivelato il suo volto - avrebbe detto Assad a diversi funzionari siriani - so che il vostro morale è alto e che siete pronti ad affrontare ogni aggressione e a proteggere la patria. Questo è uno scontro storico da cui usciremo vincitori".

VIDEO: GLI ABITANTI DI DAMASCO "NON HANNO PAURA DEGLI USA"

VIDEO: LE PRIME MANIFESTAZIONI PACIFISTE CONTRO L'INTERVENTO

L'OPPOSIZIONE DI MOSCA

I progetti occidentali di un intervento militare in Siria rappresentano una "sfida evidente" alla Carta dell'Onu. E' quanto ha dichiarato il viceministro degli Esteri russo, Gennady Gatilov, al Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moom.

"I progetti esposti da alcuni Stati di lanciare un attacco militare in Siria sono una sfida evidente alle principali disposizioni della Carta dell'Onu e alle alttre norme del diritto internazionale", ha detto Gatilov a Ban, in un incontro all'Aia avvenuto ieri e riferito oggi in un comunicato da Mosca.

"In questa fase occorre ricorrere a tutti gli strumenti politici e diplomatici necessari - ha aggiunto il viceministro - e innanzitutto occorre permettere agli ispettori Onu di terminare la loro inchiesta sul presunto uso di armi chimiche in Siria e di riferirne gli esiti al Consiglio di sicurezza dell'Onu".

TEHERAN TRA TIMORI E MINACCE

Qualsiasi intervento militare in Siria rischia di destabilizzare l'intera regione, alimentando estremismo e terrorismo. E' quanto ha scritto sul suo account Twitter in lingua inglese il presidente iraniano Hassan Rohani, riferendo del colloquio telefonico della scorsa notte con il suo omologo russo Vladimir Putin.

"Russia e Iran sono fermi nella convinzione che la crisi siriana debba essere risolta solo attraverso strumenti diplomatici - ha scritto - nel colloquio con Putin della scorsa notte abbiamo concordato che qualsiasi ricorso alla forza militare senza un mandato Onu rappresenti una flagrante violazione del diritto internazionale".

Nel comunicato diffuso dal Cremlino dopo il colloquio telefonico si legge che "le due parti giudicano complessivamente inaccettabile l'utilizzo di armi chimiche da parte di chiunque" e che Putin e Rohani hanno sottolineato "la necessità di cercare vie per una soluzione politico-diplomatica".

ISRAELE SI PREPARA A DIFENDERSI DA RAPPRESAGLIA

LA POSIZIONE DELL'ITALIA

La "condanna" vero il regime di Assad "è ferma e netta", ma "se le Nazioni Unite non ci sono l'Italia non parteciperà" ad alcun intervento in Siria. Lo ha ribadito il premier Enrico Letta, ospite di RadioAnch'io su RaiUno.

I RETROSCENA

Barack Obama sta rinviando la decisione di attaccare la Siria per offrire al Segretario di Stato John Kerry il tempo necessario per arrivare a un accordo con il suo omologo russo, Sergey Lavrov. Lo riporta oggi il sito israeliano Debka, vicino all'intelligence.

Secondo fonti di Washington e Mosca, precisa Debka, l'accordo prevederebbe un intervento armato contenuto da parte degli Stati Uniti, seguito dall'annuncio dei presidenti di Stati Uniti e Russia della convocazione della conferenza internazionale ribattezzata "Ginevra 2", volta a offrire una soluzione della crisi siriana e a porre fine alla guerra civile.

Guerra in Siria © Tm News / Infophoto


 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Obama "non ha ancora deciso" se attaccare la Siria

Today è in caricamento