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Martedì, 23 Aprile 2024
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Obama espelle 35 diplomatici russi, Putin abbassa i toni: "Diplomazia di bassa lega"

L'amministrazione Usa annuncia misure immediate contro le interferenze della Russia nelle elezioni presidenziali. Putin replica: "Noi non allontaniamo nessuno"

L'amministrazione di Barack Obama ha annunciato misure immediate contro le interferenze della Russia nelle elezioni presidenziali Usa. Il Tesoro ha annunciato sanzioni e Obama stesso ha annunciato l'espulsione di 35 diplomatici a Washington e San Francisco, che hanno 72 ore per andarsene. Mai dalla fine della "Guerra fredda" la tensione tra le due potenze era arrivata a questi livelli, ma Putin (a sorpresa) tende la mano.

35 DIPLOMATICI ESPULSI - Obama lo aveva promesso nella sua ultima conferenza stampa del 2016 prima delle vacanze di Natale. Due settimane dopo è arrivata la conferma: il presidente americano uscente ha annunciato una serie di misure pesantissime con cui intende punire la Russia per avere interferito nelle elezioni americane, vinte a sorpresa dal repubblicano Donald Trump anche grazie, secondo varie analisi, a cyber-attività "aggressive".

La tesi è che le intrusioni illecite dei pirati informatici arruolati da Mosca abbiano danneggiato la candidata democratica Hillary Clinton e messo a repentaglio il processo elettorale e le istituzioni democratiche della prima economia al mondo. E questo nonostante "ripetuti avvertimenti fatti privatamente e in pubblico", ha tuonato il presidente uscente, facendo riferimento al monito lanciato a settembre a Vladimur Putin durante il G20 in Cina e poi il 16 dicembre scorso davanti alle telecamere riunite alla Casa Bianca prima di andare alle Hawaii. Il Cremlino ha negato tutto definendo le accuse "prive di fondamento" e le ritorsioni "illegali".

Quanto ai 35 funzionari russi definiti testualmente "persona non grata", Washington sostiene che si sono comportati in modo "non in linea al loro status diplomatico". Ecco perché entro 72 ore dovranno lasciare gli Usa. Con questa mossa Obama reagisce alle "molestie" subite negli ultimi due anni dal personale diplomatico Usa in Russia dal personale della sicurezza e dalla polizia locali. In aggiunta, il dipartimento di Stato dalle 18 italiane di oggi negherà accesso ai russi di due strutture russe, una in Maryland e una a New York.

"HACKING RUSSO PERICOLOSO" - Come parte dell'insieme di misure volute da Obama per punire l'hacking russo c'è la pubblicazione da parte del dipartimento della Sicurezza nazionale e dell'Fbi di un rapporto congiunto che contiene informazioni tecniche non più top secret sulle intrusioni informatiche eseguite dai servizi d'intelligence militari e civili della Russia. L'obiettivo è "aiutare a meglio proteggere le reti Usa e a identificare e a fare saltare la campagna globale della Russia data dalle cyber-attività illecite". Il rapporto - chiamato Joint Analysis Report - include "le informazioni dei computer nel mondo che l'intelligence russa ha usato senza che i loro possessori ne fossero consapevoli per condurre cyber-attività illecite in un modo che le rendesse difficili da ricondurre alla Russia". Il documento, precisa la Casa Bianca, include anche i dati (di nuova pubblicazione) che permettono alle aziende preposte alla sicurezza informatica di identificare il malware a cui Mosca ricorre.

Il report comprende anche informazioni su come i servizi russi conducono generalmente le loro attività; così facendo l'amministrazione Obama spera di aiutare a meglio identificare le nuove tattiche o tecniche usate dal Cremlino. La nota della Casa Bianca conclude dicendo che "le cyber minacce pongono una delle sfide più serie alla sicurezza nazionale ed economica degli Usa". Per questo intende usare tutti gli strumenti a disposizione per fermarle.

PUTIN ABBASSA I TONI - La replica della Russia non si è fatta attendere "Il Cremlino rigetta le sanzioni decise dagli Stati Uniti per il presunto hackeraggio che avrebbe modificato il voto alle presidenziali americane", afferma il portavoce del presidente Vladimir Putin.

La Russia cerca di abbassare i toni e attende le mosse di Trump. Putin non espellerà diplomatici americani in risposta alle espulsioni di funzionari russi ordinate da Barack Obama. Lo ha annunciato lo stesso presidente russo respingendo la proposta di ritorsione presentata dal ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Tuttavia Putin ha osservato che, secondo la prassi internazionale in vigore, per la parte russa ci sono tutte le ragioni per una risposta adeguata alla decisione di Barack Obama di espellere 35 diplomatici russi.

Putin liquida come "diplomazia di bassa lega" (letteralmente "da cucina") le misure punitive annunciate ieri dalla Casa Bianca per le presunte interferenze russe - tramite azioni di hackeraggio - nella campagna elettorale delle elezioni presidenziali. E quello che giunge da Mosca, anzi dal Cremlino sembra voler essere un segnale di distensione, in attesa dell'arrivo di Donald Trump. "Noi non vogliamo creare problemi ai diplomatici americani" ha detto Putin, che si accinge a festeggiare il Capodanno, la principale festività russa. Putin ha addirittura invitato i diplomatici Usa, le loro famiglie ed i loro bambini alla festa al Cremlino sotto l'albero di Natale, per la fine dell'anno.

"È un peccato che l'amministrazione del presidente Barack Obama concluda il suo lavoro in questo modo, ma, tuttavia, che a lui e alla sua famiglia auguro un Felice Anno Nuovo" fa sapere Putin.

E TRUMP CHE NE PENSA? - Anche Donald Trump pare deciso a non alzare i toni con Mosca. Il presidente eletto e tycoon sembra intenzionato a lasciarsi alle spalle le polemiche legate all'intrusione di hacker russi nei sistemi informatici del partito democratico, e ha ribadito quello che aveva già fatto capire di primo mattino: "E' tempo per il nostro Paese di concentrarsi su cose più importanti e migliori". Ore prima aveva detto ai giornalisti riuniti in Florida, dove sta trascorrendo le festività, che "dobbiamo andare avanti con le nostre vite". Forse ancora non sapeva, come spiegato poi da un funzionario di alto livello dell'amministrazione Obama in una call con la stampa, che alla Casa Bianca c'è la convinzione che "la Russia non si fermerà" e "continuerà a interferire nelle elezioni democratiche di altri Paesi, inclusi alcuni dei nostri alleati europei".

Trump può ipoteticamente smontare le punizioni volute da Obama. Chuck Schumer, il prossimo leader della minoranza democratica al Senato, spera che "l'amministrazione Trump, troppo vicina alla Russia nel corso della campagna e della transizione, non pensi nemmeno per un secondo di indebolire queste sanzioni o il regime esistente". Secondo Lisa Monaco, consulente di Obama in materia di sicurezza nazionale e anti-terrorismo, sarebbe "altamente inusuale" da parte di Trump ribaltare le decisioni del suo predecessore: "In genere le sanzioni restano in vigore fino a quando non ci sono più le attività e i motivi per cui sono state imposte".

SCENARI - Un altro funzionario americano di alto livello dell'amministrazione Obama ha spiegato che "ipoteticamente" Trump potrebbe quindi agevolmente ribaltare le sanzioni volute da Obama e permettere il ritorno in Usa dei russi espulsi ma ciò "non avrebbe molto senso" visto che in gioco ci sono gli interessi degli Stati Uniti e la loro sicurezza. Se invece la futura amministrazione non è preoccupata dalle cyber-azioni che la Russia ha compiuto e compierà anche in futuro non solo in Usa ma anche nei Paesi alleati mettendone a repentaglio la democrazia "dovrà spiegare perché".
 

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