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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Olio di palma, esplode lo scandalo: "Grandi marchi sfruttano il lavoro minorile"

Lo denuncia Amnesty International, che pubblica un lungo e documentato rapporto intitolato 'Il grande scandalo dell'olio di palma: violazioni dei diritti umani dietro i marchi più noti'

PRIME AMMISSIONI - La Wilmar ha ammesso l'esistenza di problemi relativi al lavoro nelle sue attività. Ciò nonostante, l'olio di palma proveniente da tre delle cinque piantagioni indonesiane su cui Amnesty International ha indagato è stato certificato come 'sostenibile' dal Tavolo sull'olio di palma sostenibile, un organismo istituito nel 2004 dopo uno scandalo ambientale. "Il nostro rapporto mostra chiaramente che le aziende usano quell'organismo come uno scudo per evitare controlli. Sulla carta hanno ottime politiche, ma nessuna ha potuto dimostrare di aver identificato rischi di violazioni nella catena di fornitura della Wilmar" - ha dichiarato Seema Joshi, direttrice del programma Imprese e diritti umani di Amnesty International.

TANTE OMBRE - Esaminando la documentazione sulle esportazioni e altre informazioni pubblicate dalla Wilmar, le ricerche di Amnesty International hanno rintracciato olio di palma in nove marchi globali di cibo e prodotti domestici. Sette di questi hanno confermato di utilizzare olio di palma fornito dalla Wilmar ma solo due (Kellogg's e Reckitt Benckiser) hanno accettato di fornire dettagli sui prodotti coinvolti. Otto su nove di questi marchi fanno parte del Tavolo sull'olio di palma sostenibile e sui loro siti o sulle tabelle nutrizionali dichiarano di usare 'olio di palma sostenibile'. Le nove aziende non hanno smentito l'esistenza di violazioni ma non hanno fornito alcun esempio di azioni intraprese su come vengono trattati i lavoratori nelle attività della Wilmar. "I consumatori vorrebbero sapere quali prodotti sono legati alle violazioni dei diritti umani ma le aziende mantengono una grande segretezza" - ha commentato Joshi. "Le aziende devono essere più trasparenti su cosa contengono i loro prodotti. Devono dichiarare da dove vengono le materie prime contenute nei prodotti che si trovano sugli scaffali dei supermercati. Se non lo faranno, beneficeranno e in qualche modo contribuiranno alle violazioni dei lavoratori. Attualmente, stanno mostrando una completa mancanza di rispetto nei confronti di quei consumatori che, quando si recano alla cassa, pensano di aver fatto una scelta etica" ha aggiunto.

BAMBINI DA 8 A 14 ANNI - Il rapporto di Amnesty International denuncia che bambini da otto a 14 anni svolgono lavori pericolosi nelle piantagioni possedute e dirette dalle sussidiarie e dai fornitori della Wilmar. Lavorano senza equipaggiamento di sicurezza in piantagioni dove vengono usati pesticidi tossici e trasportano sacchi di frutti che possono pesare da 12 a 25 chili. Alcuni di loro abbandonano la scuola per dare una mano ai genitori nelle piantagioni, altri lavorano il pomeriggio dopo la scuola o nei fine settimana e nei giorni festivi. Un bambino di 14 anni che raccoglie e trasporta frutti di palma in una piantagione della Wilmar ha raccontato di aver lasciato la scuola a 12 anni perché suo padre si era ammalato e non era più in grado di raggiungere gli obiettivi di produzione. Con lui lavorano, al termine dell'orario scolastico, i suoi fratelli di 10 e 12 anni. 'Aiuto mio padre ogni giorno, da due anni. Ho studiato fino alla sesta classe poi mi sono messo a lavorare con mio padre, perché lui non ce la faceva più, si era ammalato. Mi dispiace aver abbandonato la scuola. Avrei voluto continuare per diventare più bravo. Avrei voluto fare l'insegnante'.

LAVORO FATICOSISSIMO - Il lavoro, che richiede un enorme sforzo fisico, può causare danni alla salute dei bambini. Uno di loro, che oggi ha 10 anni, ha a sua volta abbandonato la scuola quando ne aveva otto per lavorare in una piantagione della Wilmar. Si sveglia alle sei del mattino e lavora sei ore al giorno, esclusa la domenica: 'Non vado più a scuola. Trasporto i sacchi coi frutti ma riesco a riempirli solo a metà. Sono pesanti. Lo faccio anche se piove ma è più difficile. Mi bruciano le mani e mi duole il corpo'. Il rapporto di Amnesty International denuncia la discriminazione nei confronti delle donne, assunte giorno per giorno senza garanzie d'impiego permanente e benefici sociali come l'assicurazione sulla salute e la pensione.

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