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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Uccide il compagno che cerca di violentarla: assolta

Storica sentenza in Turchia, Aslihan era stata condannata in primo grado all'ergastolo aggravato per omicidio premeditato: "Fu legittima difesa" secondo la Cassazione

Il caso in Turchia ha attirato l'attenzione dell'opinione pubblica. La Corte di Cassazione ha assolto per "aver esercitato il diritto alla legittima difesa" una donna che aveva accoltellato a morte il compagno mentre tentava di violentarla: una sentenza che i media locali definiscono senza tentennamenti "storica". 

I fatti: succede tutto nel 2014, quando nella provincia meridionale di Antalya Aslihan S. uccise Ozgur E. nella loro abitazione. Dopo averlo colpito, la donna chiamò subito i soccorsi e tentò lei stessa prima dell'arrivo dell'ambulanza di arrestare l'emorragia provocata dalla coltellata, ma l'uomo morì dopo la corsa in ospedale. La coppia aveva un figlio disabile.

La donna era stata condannata in primo grado all'ergastolo aggravato per omicidio premeditato, ma in appello le erano state riconosciute attenuanti che avevano ridotto la pena a 16 anni. Ora, al termine di un lungo iter giudiziario, è arrivata l'assoluzione.

Secondo la Piattaforma contro i femminicidi, le vittime dall'inizio di quest'anno sono almeno 340 nel Paese. I dati delle agenzie governative indicano inoltre una diffusa presenza di violenza domestica tra la popolazione maschile. La segnalazione dei casi di violenze sessuali è spesso difficoltosa, il tema resta un forte tabù all'interno della società turca.

Legittima difesa e violenze sessuali: i precedenti

Il diritto delle donne alla legittima difesa in caso di violenze è stato una fonte di dibattito pubblico in Turchia sin dal 2012, quando Nevin Y. aveva ucciso l'uomo che voleva violentarla e aveva gettato la testa mozzata nella piazza del loro paese, nella provincia meridionale di Isparta. La Corte di cassazione aveva annullato la sentenza di condanna all'ergastolo da parte di un tribunale locale, ma lo stesso tribunale, che ha nuovamente sottoposto a giudizio la donna, l'ha condannata di nuovo a marzo, sostenendo che non agiva per legittima difesa.

In un altro caso, scrive il quotidiano Hurriyet, una donna di nome Çilem D. aveva ucciso suo marito, che l'aveva costretta alla prostituzione, nella provincia meridionale di Adana nel 2015. Un tribunale locale ha respinto la tesi della legittima difesa in quel caso, condannandola a 15 anni di carcere, ma la donna è stata poi rilasciata su cauzione nel 2016.

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