Tra Palestina e Israele c'è (di nuovo) aria di guerra
Dopo l'aggressione ai danni di un esponente dell'estrema destra israeliana e l'uccisione di un palestinese, sale la tensione per le strade di Gerusalemme. Intanto la Svezia ha riconosciuto la Palestina come Stato
A Gerusalemme sempre si respira l'aria di guerra ma nelle ultime ore è diventata più pesante: le autorità israeliane hanno chiuso l'accesso alla Spianata delle Moschee, uno dei luoghi di culto più importanti della città e storicamente conteso tra islam, cristianesimo ed ebraismo. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato il dispiegamento a Gerusalemme di "significativi" rinforzi di polizia.
UNA "RAFFICA" DI EVENTI - Tutto è successo in poche ore: il palestinese Moataz Hejazi è stato ucciso dagli agenti di polizia israeliani, perché accusato di avere sparato a Yehuda Glick, rabbino ed attivista della destra israeliana. Glick è stato ferito e portato in ospedale e il governo israeliano sulle sue condizioni sta mantenendo il massimo riserbo. L'aggressione è avvenuta poco dopo che il rabbino aveva concluso un incontro sulla necessità di garantire maggiori accessi agli ebrei alla Spianata.
CHI E' YEHUDA GLICK - L'accesso per la preghiera alla Spianata è sempre stato uno dei temi dell'attivismo di Glick, che da tempo si batte per una riforma sulle politiche di accesso alla Spianata: agli ebrei è consentito entrare ma le leggi impediscono di pregare all'interno.
CHI E' MOATAZ HEJAZI - Ucciso dagli agenti della polizia israeliana, era il sospettato dell'aggressione a Glick ed era già stato arrestato e scarcerato nel 2012. La sua casa è stata circondata dagli agenti e poco dopo è scattata la sparatoria in cui ha perso la vita. Aveva 32 anni.
LA SVEZIA HA RICONOSCIUTO LA PALESTINA - In queste ore di tensione arriva la notizia che il governo svedese ha ufficialmente riconosciuto lo stato della Palestina, dopo che per anni ha accolto i suoi profughi. Una decisione presa "in ritardo" secondo il ministro degli Esteri svedese Margot Wallstrom.
"La situazione in Medio Oriente è molto più complessa di un mobile dell'Ikea" e quella di riconoscere la Palestina è una decisione "deplorevole che rafforza gli elementi estremisti e la politica del rifiuto dei palestinesi". Una dichiarazione sarcastica e secca, che fa comprendere come la tensione stia salendo. A parlare è il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman.
E' stato poi il portavoce di Abu Mazen, Nabil Abu Rudeina, a mettere in relazione il riconoscimento della Svezia con le tensioni di questi giorni a Gerusalemme:
Questa decisione è una risposta alle misure prese da Israele nella città santa. Abu Mazen ha chiesto di seguire l'esempio della Svezia a tutti gli stati del mondo che esitano ancora a riconoscere il nostro diritto a uno Stato palestinese indipendente con le frontiere del 1967 e con Gerusalemme Est come capitale.
E dopo aver fatto parlare il suo portavoce è proprio il presidente palestinese Abu Mazen a commentare quanto successo in queste ore:
Chiudere la Spianata delle moschee a Gerusalemme è una dichiarazione di guerra da parte di Israele contro il popolo palestinese.
Intanto le strade di Gerusalemme sono diventate teatro di scontri tra la polizia israeliana e gruppi palestinesi, che avevano organizzato una protesta a seguito dell'uccisione di Moataz Hejazi.