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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Sentenza shock: branco accusato di stupro di gruppo, per i giudici però è solo un "abuso"

Proteste in Spagna contro la decisione troppo lieve dei giudici nel caso dei cinque uomini accusati di aver violentato una ragazza durante la festa di San Firmino a Pamplona

E' stata accolta tra le polemiche la sentenza del tribunale di Pamplona su cinque uomini accusati di aver stuprato una 18enne durante la tradizionale festa di san Firmino due anni fa.  I cinque, tutti originari di Siviglia e di età compresa tra i 27 e i 29 anni, sono stati condannati per "abusi sessuali" e non per "aggressione sessuale", un reato più grave per il quale la pubblica accusa aveva chiesto vent'anni di carcere e 100mila euro di risarcimento. Il "Branco di lupi" (così si chiamavano fra di loro i cinque in un gruppo WhatsApp, in spagnolo: 'La Manada') sono stati condannati invece solo nove anni. I legali della donna e dei cinque accusati hanno già fatto sapere di voler ricorrere in appello. 

In Spagna, l'abuso sessuale è considerato un reato meno grave rispetto all'aggressione sessuale e non implica che ci sia stata violenza o intimidazione. Nel caso di Pamplona, gli avvocati della difesa avevano sostenuto che la vittima fosse consenziente perché era rimasta in silenzio e non aveva detto chiaramente "no", portando a supporto diversi brevissimi video registrati durante la violenza (e che poi i cinque si erano scambiati su WhatsApp). Durante il processo, uno degli accusati aveva assunto un investigatore privato per ricostruire il comportamento della vittima. Quel report era stato poi ritirato dalla stessa difesa dopo le numerose proteste da parte dell'opinione pubblica spagnola. 

"Stuprata dal branco, in aula è lei sotto accusa": la protesta che infiamma la Spagna

Per l'accusa, invece, la ragazza non avrebbe reagito perché sottoposta a una "grave intimidazione" da parte dei cinque, che ne avevano "impedito la resistenza o la fuga". Il suo silenzio e la sua passività sarebbero invece la dimostrazione del terrore provato dalla giovane. "Gli accusati vogliono farci credere che quella notte hanno incontrato una ragazza di 18 anni, con una vita normale, che dopo 20 minuti di conversazione con persone sconosciute ha acconsentito a fare del sesso di gruppo con qualsiasi tipo di penetrazione, anche simultanea, senza usare un preservativo", aveva detto in aula la procuratrice Elena Sarasete. 

Violenza contro le donne, manifestazioni di protesta in Spagna (Ansa)

Oltre al carcere, i giudici hanno stabilito che i cinque non potranno avvicinarsi a meno di 500 metri dalla vittima ed ogni contatto con lei sarà proibito per i prossimi 15 anni. Dovranno inoltre pagarle anche un indennizzo di 50mila euro. Non solo: i cinque condannati potrebbero già uscire di galera nel giro di qualche mese. 

Lo stupro era stato seguito con grande partecipazione dall'opinione pubblica spagnola, che aveva contestato duramente il tentativo della difesa di far passare la 18enne da vittima a colpevole, analizzando i suoi comportamenti e implicando che avesse delle responsabilità in quanto accaduto, mentre i cinque componenti de "La Manada" - tra cui vi sono anche un agente della Guardia Civil  e militare dell'esercito - venivano rappresentati come dei "figli di famiglia", il cui onore rischiava di essere macchiato dalle accuse infondate della ragazza. 

Durante il processo si erano svolte diverse manifestazioni a Pamplona e nelle principali città spagnole al grido "No significa no", chiedendo giustizia per la vittima contro "La Manada".

Manifestazioni che si sono ora ripetute dopo la lettura della sentenza. "E' stupro, non abuso", "Ti crediamo, sorella" sono alcuni degli slogan gridati dalla piazza contro la "giustizia patriacarle" del tribunale di Pamplona. "Se non lotti contro 5 bruti non ti stanno violentando: vergogna e schifo", ha commentato su Twitter il leader di Podemos Pablo Iglesias. 

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