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Martedì, 16 Aprile 2024
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Terrorismo, arrestate tre ragazze a Parigi: preparavano un attentato alla Gare de Lyon

Tra loro c'è anche la figlia del proprietario dell'auto piena di bombole di gas - ma senza detonatore - ritrovata vicino a Notre Dame: aveva prestato giuramento di fedeltà all'Isis

"Fanatiche e radicalizzate". Così il ministro dell'interno francese Bernard Cazaneuve ha definito le tre ragazze arrestate in una banlieue di Parigi perché sospettate di preparare preparare un attentato alla Gare de Lyon. 

Secondo quanto si apprende da fonti degli inquirenti, riportate da Repubblica, le donne - una delle quali aveva lasciato vicino a Notre Dame l'auto del padre piena di bombole di gas - volevano "vendicare l'uccisione del 'ministro degli attentati' di Daesh", al-Adnani.

Durante l'arresto, la figlia del proprietario dell'auto - una Peugeot-  ha accoltellato un agente che la stava immobilizzando. Le forze dell'ordine hanno reagito, ferendola, ma nessuno dei due è grave. La ragazza, 19 anni, ora si trova ricoverata in ospedale, mentre le due complici sono in carcere. Inès, questo il suo nome, è schedata come pericolosa jihadista, radicalizzata e pronta a partire per la Siria: aveva prestato giuramento all'Isis.

Parigi, arriva lo "stato d'emergenza" | Infophoto

Le altre due donne arrestate hanno 39 e 23 anni. Una di loro risulta essere legata a Larossi Abballa, che uccise una coppia di poliziotti lo scorso 14 giugno a Magnanville, alla periferia di Parigi. Una delle tre, inoltre, risulta essere stata in contatto con Hayat Boumedienne, la compagna di Amedy Coulibaly, il killer del supermercato Hypercacher, che la fece fuggire in Siria prima di compiere la sua azione terroristica nel gennaio 2015. Al momento risulta ricercata anche la sorella di Inès, in fuga e vicina alle idee dell'Islam radicale. 

Resta il mistero della Peugeot. L'auto, lasciata in piena notte con le quattro frecce lampeggianti in funzione, in divieto di sosta fra Notre Dame e il principale commissariato del centro, aveva al suo interno una bombola vuota sul sedile e altre sei, piene, nel cofano, insieme ad alcune taniche di gasolio. Ma nessuna miccia, nessun detonatore. Gli inquirenti ora si chiedono se sia trattato di un tentativo molto artigianale, mal condotto per inesperienza, o se si trattasse di un segnale, una sorta di minaccia in vista di che stasera Cazeneuve ha definito "violenta e imminente". 

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