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Sabato, 20 Aprile 2024
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Pedofilia, condannato il cardinale George Pell: la reazione del Vaticano

È il più alto funzionario della Chiesa cattolica ad essere coinvolto in un caso di pedofilia: condannato per aver stuprato un bambino e averne molestato un altro. Si è sempre dichiarato innocente. Già sospeso da Francesco, ora gli è proibito "il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età"

Un duro colpo per il Vaticano, un primo passo verso la giustizia per le vittime. Il cardinale australiano George Pell, tesoriere del Vaticano, è stato giudicato colpevole da un tribunale di Melbourne per abusi sessuali nei confronti di minori. Rischia fino a 50 anni di carcere. Inevitabile per lui, già sospeso da Papa Francesco, il definitivo allontanamento dalla Santa Sede.

Abusi su minori, condannato il cardinale Pell

Il porporato, 77 anni, era accusato di aver stuprato un ragazzino e averne molestato un altro negli anni Novanta. Avrebbe molestato i due giovani componenti del coro dopo aver servito messa nella cattedrale di San Patrizio a Melbourne nel 1996, quando all'epoca aveva 55 anni. A giudicarlo colpevole, dopo due giorni di deliberazioni, è stata una giuria del tribunale della contea di Victoria l'11 dicembre scorso ma la condanna è stata resa nota solo oggi. Pell è il più alto funzionario della Chiesa cattolica ad essere coinvolto in un caso di pedofilia.

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Era stato consigliere finanziario di Papa Francesco

Il cardinale era stato consigliere finanziario di Papa Francesco e ministro dell'economia del Vaticano fino a quando nel 2017 aveva ottenuto un congedo indefinito per affrontare le accuse in Australia. Pell, che si è dichiarato innocente durante tutto il processo, resta libero su cauzione in attesa della sentenza che potrebbe arrivare a metà marzo. Il 77enne rischia fino a 50 anni di carcere.

Pell venne creato cardinale nel 2003 da Giovanni Paolo II quando era arcivescovo di Sydney e primate d'Australia. Papa Francesco l'ha voluto al suo fianco, affidandogli la segreteria della curia romana, e  portandolo dentro il consiglio dei cardinali che lavora a stretto contatto con lui nella riforma della Chiesa.

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Reazioni Vaticano: Papa ha proibito a Pell contatto con minori

Un caso "doloroso" per il Vaticano la condanna del cardinale George Pell per pedofilia, il tesoriere del Vaticano, un caso non ancora concluso - ricorda la Santa Sede che è solo la sentenza di primo grado quella dei giudici australiani - ma nel frattempo, il Papa ha "proibito l'esercizio pubblico del ministero" e quindi "il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età".  La posizione del Vaticano è stata chiarita dal direttore "ad interim" della Sala Stampa, Alessandro Gisotti: "La Santa Sede si unisce a quanto dichiarato dal presidente della Conferenza episcopale australiana nel prendere atto della sentenza di condanna in primo grado nei confronti del cardinale George Pell. Una notizia dolorosa che, siamo ben consapevoli, ha scioccato moltissime persone, non solo in Australia. Come già affermato in altre occasioni, ribadiamo il massimo rispetto per le autorità giudiziarie australiane". E - "in nome di questo rispetto, attendiamo ora l`esito del processo d`appello, ricordando che il cardinale Pell ha ribadito la sua innocenza e ha il diritto di difendersi fino all`ultimo grado".

"In attesa del giudizio definitivo, ci uniamo ai vescovi australiani nel pregare per tutte le vittime di abuso, ribadendo il nostro impegno a fare tutto il possibile affinché la Chiesa sia una casa sicura per tutti, specialmente per i bambini e per i più vulnerabili", ha poi aggiunto il portavoce, sottolineando che "per garantire il corso della giustizia il Santo Padre ha confermato le misure cautelari già disposte nei confronti del Cardinale George Pell dall'Ordinario del luogo al rientro del Cardinale Pell in Australia. Ossia che, in attesa dell'accertamento definitivo dei fatti, al cardinale Pell sia proibito in via cautelativa l`esercizio pubblico del ministero e, come di norma, il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età".

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