Portogallo, incostituzionale il taglio della tredicesima

I giudici portoghesi non potevano essere più chiari: la soppressione della tredicesima e della quattordicesima mensilità, imposta ai dipendenti pubblici e ai pensionati, è incostituzionale. La norma “viola il principio di uguaglianza”, costringendo una parte della popolazione ad un sacrificio supplementare” rispetto agli altri cittadini, come riferisce Le Figaro. 

Questa misura rappresenta il fulcro di quella politica di austerità portata avanti da Lisbona nel tentativo di rimettere in sesto le casse del Paese, duramente colpite dalla crisi economica.

A fronte di un prestito da 78 miliardi di euro, accordato da Unione europea e Fondo Monetario internazionale, il Portogallo si è impegnato a riportare il deficit al 4,5% del Pil nel 2012, per poi scendere al 3% nel 2013.

Per mantenere l'accordo, Lisbona ha effettuato una serie di tagli alla spesa pubblica, tra i quali rientra la soppressione fino al 2014 della tredicesima e della quattordicesima per i dipendenti pubblici e per i pensionati che guadagnano più di mille euro al mese.  I

ll caso era finito davanti alla Corte Costituzionale su segnalazione di alcuni deputati di sinistra, che al momento siedono nei banchi dell'opposizione. La misura è stata bocciata, ma per quest'anno rimarrà in vigore. È quanto hanno stabilito i giudici, in quanto “le conseguenze di questa dichiarazione di incostituzionalità potrebbero danneggiare” gli obiettivi economici del governo. 

Il primo ministro Pedro Passos Coelho, citato dal giornale La Tribune, non si è scomposto, ed ha reagito affermando che sarà “necessario trovare una misura alternativa per raggiungere gli obiettivi del budget che sia conforme alle decisioni della Corte”.