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Venerdì, 29 Marzo 2024
Presidenziali Usa / Stati Uniti d'America

Presidenziali Usa, è Romney l'uomo dei repubblicani

In attesa del voto del 6 novembre i due candidati si scontrano sui temi economici. E dal passato riemergono le accuse di Donald Trump contro Obama

Mitt Romney è il candidato repubblicano che sfiderà Barack Obama alle elezioni presidenziali del 6 novembre. L'ex governatore del Massachussets è infatti riuscito ad ottenere i 1144 delegati necessari grazie alle decisive primarie che si sono svolte in Texas, dove Romney ha raccolto il 71% dei voti, come riporta Euronews. Per l'investitura ufficiale si dovrà attendere il convegno repubblicano che si svolgerà ad agosto a Tampa, in Florida.

L'economia - Barack Obama e Romney si trovano testa a testa nei sondaggi, anche se il presidente uscente ha un leggero vantaggio. La preoccupazione principale dell'elettorato è la crisi economica, e sarà proprio su questo tema che i due candidati si giocheranno la Casa Bianca. 

“Alcuni di questi liberali affermano di volere un'economia forte, ma poi agiscono come se questa non piacesse” ha detto Romney attaccando i democratici. “Voglio che il nostro governo appoggi le piccole, le medio e le grandi imprese. Voglio lavoro. Voglio che il governo sia un alleato delle aziende, non un loro nemico” ha aggiunto. 

Accuse reciproche - L'ex governatore del Massachussets ha più volte cercato di mostrare l'inaffidabilità di Obama in campo economico, mettendo sul piatto la propria esperienza nel settore provato, in particolare all'interno del Bain Capital. Ma è proprio questo aspetto della sua carriera ad essere attaccato dai democratici, che lo accusano di essere stato un amministratore delegato senza scrupoli, disposto anche a ricorrere a licenziamenti facili pur di trarre profitto.

“Ha detto più volte che il suo obiettivo era la creazione di posti di lavoro, ma coloro che hanno perso il proprio impiego perché [Romney, ndr] potesse approfittare delle compagnie in bancarotta non la pensano così” ha dichiarato Ben LaBolt, portavoce del presidente.   

“Non è la prima volta che [Obama, ndr] attacca la libera impresa. Lo ha fatto a parole e nei fatti per tutto il suo mandato” aveva risposto il portavoce di Romney, Andrea Saul, come riporta il Washington Post

Vecchie accuse - Intanto tornano in primo piano vecchi contrasti. Ad aver messo in difficoltà Romney è stato proprio uno dei suoi maggiori sostenitori, il miliardario Donald Trump. Il magnate statunitense era salito alla ribalta pochi anni fa accusando Obama di non essere nato negli Stati Uniti, e quindi di non poter ricoprire la carica di presidente. Anche se l'inquilino della Casa Bianca aveva mostrato in pubblico il proprio certificato di nascita, dimostrando così di essere nato alle Hawaii, il contenzioso è tornato in primo piano, ma ha avuto un imbarazzante effetto boomerang.

Romney non ha infatti preso le distanze da Trump, tirandosi quindi addosso gli attacchi del mondo democratico. Stephanie Cutter, vice direttrice della campagna di Obama, ha definito il magnate statunitense un “ciarlatano”, sottolineando come il “rifiuto di Romney di condannare queste scandalose teorie complottistiche dimostrino la sua totale mancanza di leadership morale”

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