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Giovedì, 28 Marzo 2024
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La storia del visto Usa negato a una 16enne rifugiata siriana sfigurata da una bomba

Dalla Germania, dove vive con la famiglia dopo aver lasciato la Siria, i medici che l'hanno in cura hanno spinto affinché Marwa andasse negli Stati Uniti per sottoporsi a nuovi e più sofisticati interventi. Ma il visto le è stato rifiutato per effetto del "travel ban" di Donald Trump

Una 16enne rifugiata siriana, rimasta sfigurata dopo lo scoppio di una bomba caduta sulla sua casa, si è vista rifiutare il visto d'ingresso negli Stati Uniti per potersi curare a causa del "travel ban" del presidente Trump. 

Come racconta il Guardian, Marwa - che ha subito nel 2016 ustioni di terzo grado su viso, braccia e petto - è stata già sottoposta a ben 13 operazioni. Lei e la sua famiglia hanno lasciato la Siria e, dopo aver viaggiato attraverso la Turchia (dove le sono state prestate le prime cure), si sono stabiliti in Germania e sono stati i medici tedeschi a spingere affinché la ragazzina andasse negli Stati Uniti, con la speranza di migliori e più sofisticate cure mediche. 

Per lei era già stato fissato a novembre un appuntamento presso la sede di Boston degli Shriners Hospitals for Children - un network di strutture sanitarie pediatriche non-profit con sedi in diverse città degli Stati Uniti ma anche in Canada e in Messico - e un'associazione di volontari si era già attivata per trovare un alloggio temporaneo per Marwa e per il padre, quando il 20 dicembre è arrivata la notizia che il visto le era stato rifiutato. Motivo? Secondo il governo americano non c'erano prove evidenti che, dopo l'intervento, Marwa sarebbe voluta rientrare in Germania. 

Il visto rifiutato

"Se gli Shriners Hospitals ritengono di poter migliorare la qualità della vita di Marwa, chiunque con un minimo di compassione non le avrebbe rifiutato il visto per questo trattamento così importante", è stato il commento di uno zio della ragazza. Marwa e tutta la sua famiglia - sei parenti, inclusa una sorella gemella, genitori, nonni e zii - vivono in Germania, nei dintorni di Norimberga, dove si sono già integrati. Ora sono tutti "devastati", perché "speravano che il visto sarebbe arrivato", racconta lo zio. Nonostante le ferite, Marwa ha condotto finora in Germania una vita il più possibile simile a quella delle altre teenager, tra social network e musica. La notizia però del visto rifiutato, con tutto ciò che per lei significa in termini di speranza mancata di potersi sottoporre a nuovi interventi di chirurgia ricostruttiva, ha gettato la ragazzina nella disperazione. Da allora infatti Marwa - "rattristata perché pensa che i suoi diritti umani non valgano più" - ha smesso di mangiare e ha iniziato a stare male sia a casa sia a scuola, tanto che i medici tedeschi l'hanno indirizzata in una clinica psichiatrica.

Due membri del parlamento tedesco, Britta Dassler e Martina Stamm-Fibich, si sono mossi in supporto di Marwa, per spiegare come lei e la sua famiglia si siano perfettamente integrati nel paese, dimostrando così la volontà della ragazzina di tornare poi a Norimberga dopo l'operazione. "Siamo rimasti impressionati dal coraggio dimostrato da Marwa e dal suo esemplare percorso di integrazione nella nostra città e nella nostra comunità - hanno scritto in una lettera - La storia di Marwa, per come lei stessa continua ad essere un faro di speranza e sostegno dopo aver vissuto un tale trauma, rappresenta una straordinaria capacità di recupero e coraggio". 

Il governo Usa ha fatto sapere che Marwa può fare richiesta per ottenere un nuovo visto ma non è chiaro come farà a questo punto a dimostrare ulterioremente di voler far ritorno in Germania. 

Il "travel ban" di Trump

La Siria è uno dei sette paesi colpiti dal "travel ban" del presidente Trump. Sono previste delle eccezioni, dopo valutazioni "caso per caso" condotte dagli uffici consolari, ma da più parti è stato fatto notare che si tratta di deroghe molto rare e che la procedura per ottenerle manchi di trasparenza. Il Guardian ricorda che delle oltre 33,176 richieste di visto da parte di paesi "bannati", solo il 2% di queste si è visto accordato il permesso tra il dicembre 2017 e il 31 maggio 2018, secondo i dati del Dipartimento di Stato.

Il mese scorso ha creato scalpore il caso di una madre yemenita che si era vista rifiutare a lungo il visto da parte dei funzionari per poter far visita al figlio di due anni, malato terminale ricoverato in ospedale ad Oakland, California. Il Dipartimento di Stato le ha alla fine concesso un'esenzione dal bando per motivi umanitari, consentendole di riabbracciare il bambino poco prima che morisse. 

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