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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mondo Siria

Siria, si rifugiano in una scuola: 17 bambini uccisi in un raid aereo

I piccoli si erano rifugiati nell'istituto situato nel Ghouta orientale, ma le bombe sono arrivate anche lì. Il bilancio dell'Osservatorio siriano è terribile: quasi 1.500 morti, più di 5mila feriti

Mentre il mondo sembra girato dall'altra parte, in Siria continuano a morire decine di civili innocenti. L'ennesimo dramma arriva dal Ghouta orientale, dove un raid aereo ha distrutto una scuola in cui si erano rifugiati 17 bambini

Come riporta l'Osservatorio siriano per i diritti umani, nell’attacco, oltre ai piccoli, sono anche morte di due donne. Tutti usavano i sotterranei della scuola come rifugio per le bombe. Il bombardamento è avvenuto ad Arbin, una città chiave nell’enclave di Ghouta ancora controllata dai ribelli e che è sotto l’attacco delle forze governative da un mese.

Il bimbo siriano nella valigia: l'immagine di un popolo in fuga

Più di mille vittime

Con la morte di questi civili il numero di vittime registrate dall'Osservatorio siriano ha raggiunto quota 1454, tra cui 297 bambini e 183 donne. L'artiglieria e i raid hanno colpito diverse zone della Siria, come le città di Douma, Harasta, Arbin, Zamalka, Hamouriyah, Jesrin, Kafr Batna, Hazza, Ash'ari, Nashabiyah, Afteri, Otaya, Al-Shifonyyah, l'area di Al-Marj, Mesraba , Madyara, Beit Sawa, oltre che alla zona del Ghouta e all'assedio di Damasco. Per quanto riguarda i feriti, il bilancio provvisorio è arrivato a 5.330, di cui centinaia sono donne e bambini. 

Usa preoccupati

Gli Stati Uniti hanno messo in guardia la Turchia, loro alleato nella Nato, esprimendo “profonda preoccupazione” per la situazione ad Afrin, in Siria, dopo che Ankara ha annunciato la volontà di estendere la sua offensiva militare ad altre aree del Paese. Assumendo il controllo della grande città di Afrin con l’aiuto dei rinforzi siriani alleati, “ci siamo lasciati alle spalle il passo più importante dell’operazione” lanciata lo scorso 20 gennaio nel Nordovest della Siria, ha dichiarato ieri Recep Tayyip Erdogan. “Ora, intendiamo proseguire questo processo fino alla distruzione totale di questo corridoio costituito da Minbej, Ain al Arab (nome di Kobané in arabo), Tal Abyad, Ras al Ain e Qamishli”, ha aggiunto. Washington ha espresso la sua “grave e crescente preoccupazione” per questa offensiva turca che ha distolto l’attenzione dalla lotta contro l’Isis, che “si è ricostituito in certe aree”. Il dipartimento di Stato ha anche espresso “profonda preoccupazione (…) sulla situazione ad Afrin”.

Assad ai suoi: “Avete salvato Damasco”

Una dimostrazione di forza del presidente siriano Bashar al Assad che per la prima volta da anni si è recato nella Ghouta orientale in visita alle truppe impegnate in una offensiva contro l’ultimo feudo ribelle alle porte di Damasco.Il presidente in abiti borghesi, circondato da soldati, vicino a dei carri armati si è felicitato con le sue truppe per aver “salvato Damasco”, bersaglio regolare di attacchi con mortai e razzi lanciati dal feudo ribelle.

Le forze di Assad sono riuscite a riprendere il controllo di più dell’80% della Ghouta orientale a seguito di una sanguinosa offensiva lanciata il 18 febbraio.

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