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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Caos in Spagna, deputati catalani via dal parlamento di Madrid dopo il blitz a Barcellona

Migliaia in piazza, decine di arresti. Si accende lo scontro tra le autorità spagnole e la Catalogna, a 10 giorni dal referendum sull'indipendenza convocato per il primo ottobre. Per Barcellona è una "sospensione di fatto" dell'autonomia catalana

La Guardia Civil, la polizia nazionale spagnola che risponde agli ordini del ministero degli Interni di Madrid, ha perquisito a Barcellona gli uffici del governo regionale catalano, arrestando 13 dirigenti, con l’obiettivo di bloccare il referendum per l’indipendenza catalana del prossimo 1 ottobre, ritenuto illegale dal Corte costituzionale di Madrid.

La Guardia Civil ha arrestato 14 persone, tra cui Josep Maria Jovè, braccio destro del vicepresidente e leader di Esquerra Republicana de Catalunya, Oriol Junqueras, e altri componenti della squadra che organizza la consultazione.

Barcellona ha denunciato il blitz sostenendo che rappresenta una "sospensione di fatto" dell'autonomia catalana. Solo ieri la polizia ha interrogato numerosi sindaci catalani favorevoli alla tenuta della consultazione popolare.

I deputati catalani abbandonano il parlamento di Madrid

Manifestazioni e sit-in improvvisati con centinaia di persone si sono tenuti in diverse zone di Barcellona con lo slogan "Voteremo". A Madrid i deputati dei partiti nazionalisti catalani hanno abbandonato per protesta i lavori del Congresso: il deputato di Erc, Gabriel Rufian ha chiesto al governo di togliere le "sue mani sporche dalle istituzioni catalane". 

Il governo spagnolo "ha oltrepassato la linea rossa" e "si è convertito in una vergogna antidemocratica" ha detto il presidente della Generalita di Catalogna, Carles Puigdemont che ha confermato che il 1 ottobre il referendum sulla indipendenza catalana si farà e ha chiamato i cittadini catalani a "dare una risposta ferma, con un'atteggiamento civile e pacifico"

"Le libertà sono di fatto sospese e represse - ha detto Puigdemont - il governo ha di fatto instaurato uno stato di eccezione". Puigdemnont ha parlato di "arresti indiscriminati, e di intimidazioni", una situazione inaccettabile in democrazia, con un governo che pretende di sospendere lo stato di diritto. Condanniamo l'attitudine totalitaria e antidemocratica del governo - ha aggiunto - che ha mostrato il suo volto repressivo e consideriamo illegittima la sospensione da parte di un governo che non rispetta principi fondamentali della democrazia. Il governo ha oltrepassato la linea rossa e si e' convertito in una vergogna democratica", ha aggiunto. "Di fronte a un regime repressivo e intimidatorio convochiamo i cittadini affinche' il 1 ottobre diano una pacifica e civile, cosi' faremo valere la legittimita' democratica"

Barcellona, migliaia di catalani in piazza

Fuori dalle sedi dei ministeri regionali a Barcellona sono in corso manifestazioni spontanee di migliaia di militanti indipendentisti a sostegno del governo regionale e contro i raid della polizia. Il governo autonomo catalano, la Generalitat, ha indetto il referendum dopo che, con le elezioni del 2015, i vari partiti indipendentisti sono riusciti a formare una coalizione di governo.

Il presidente dell’assemblea regionale, Jordi Sànchez, ha invitato a una “resistenza pacifica” contro l’operazione di polizia. “E’ arrivato il momento. Resistiamo pacificamente, scendiamo in piazza per difendere le nostre istituzioni con la non-violenza” ha scritto sui social media.

Ieri la polizia spagnola ha sequestrato materiale elettorale, schede, urne, e volantini propagandistici, perquisendo varie società di spedizioni private.

Gli autonomisti europei in allarme: "Fra le peggiori pagine della democrazia"

Stamani l’Assemblea nazionale spagnola ha respinto una mozione a sostegno della mano pesante del governo contro gli indipedentisti catalani in risposta al referendum, con 166 voti contrari e 158 a favore, dopo che il partito socialista Psoe si è schierato con la sinistra di Podemos e i piccoli partiti separatiste per il no alla mozione. I partiti separatisti rappresentati al parlamento di Madrid e Podemos hanno cancellato tutti gli impegni pubblici dopo al notizia degli arresti.

I partiti di destra invece hanno appoggiato l’operazione di polizia. Il leader di Ciudadanos Albert Rivera ha detto di essere favorevole all’intervento perchè il governo catalano “ha ignorato la legge e calpestato i nostri diritti”. Un portavoce del Partido Popular del premier Mariano Rajoy ha detto che “lo stato di diritto è più forte di chi si muove fuori dalla legge”. Il premier si è limitato a dire nell’aula del parlamento che l’operazione è stata decisa da un giudice “per far rispettare la legge”.

Il governo regionale catalano è composto da un’ampia coalizione di forze indipendentiste, che vanno dalla sinistra di Sinistra repubblicana al centrodestra di Convergenza democratica di Catalogna.

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