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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Catalogna, è il giorno del referendum: scontri con la polizia, decine di feriti

Tafferugli e scontri tra gli agenti della Guardia Civil e le persone che si sono recate ai seggi per votare il referendum. Almeno 460 feriti tra civili e poliziotti

La polizia spagnola è intervenuta con la forza in Catalogna per impedire lo svolgimento del referendum sull’indipendenza non autorizzato dal governo centrale, innescando scontri che hanno fatto oltre 460 feriti, almeno 11 tra gli agenti. Poco dopo l’irruzione di Polizia nazionale e Guardia Civil nei seggi per impedire ai cittadini in fila di votare, Madrid ha rilanciato l’appello a mettere fine al voto “farsa”, accusando il presidente regionale catalano Carles Puigdemont di essere l’unico “responsabile di tutto ciò che è accaduto oggi e tutto ciò che potrà succedere”.

Sono oltre 5,3 milioni gli elettori chiamati a pronunciarsi sull’indipendenza della Catalogna, ma il referendum è stato giudicato incostituzionale dalla magistratura spagnola e illegale dal governo centrale, che hanno quindi ordinato alla polizia di sequestrare le schede, chiudere i seggi, arrestare gli organizzatori e chiudere i siti web usati per il voto.

Referendum Catalogna, la violenza della Guardia Civil contro i votanti

“Dai tempi del franchismo non si vedeva una repressione, una violenza di Stato come quella esercitata oggi” contro gli indipendentisti, ha commentato il portavoce del governo regionale Jordi Turull, spiegando che nonostante l’intervento della polizia, il 73% dei seggi è rimasto aperto e sta funzionando regolarmente. Intanto, il presidente del governo catalano Carles Puigdemont ha votato a Cornellà de Terri, a Girona, in un seggio diverso da quello inizialmente previsto.

Tensione a Girona

Grande tensione a Girona, dove la Guardia civile spagnola ha sfondato a martellate l’ingresso di una scuola dove è stato allestito un seggio per il referendum sull’autodeterminazione. Si tratta dello stesso seggio dove dovrebbe recarsi a votare il presidente della Generalitat Carles Puidemont. Gli agenti hanno allontano la stampa e alcuni cittadini che avrebbero voluto entrare al seggio. Gli indipendentisti all’interno stanno scandendo slogan davanti alla polizia, che al momento non sta intervenendo.

Referendum Catalogna, scontri con la polizia

Barcelona in campo a porte chiuse

La squadra di calcio del Barcelona gioca dalle 16,15 la sua partita del campionato spagnolo contro il Las Palmas a porte chiuse al Camp Nou, lo stadio di Barcellona. Lo ha annunciato la società dopo il rifiuto della Liga spagnola di rinviare l’incontro, cha avrebbe dovuto disputarsi al 14, ma è stato sospeso dopo le cariche della polizia spagnola sugli elettori catalani che votavano per il referendum sull’indipendenza proibito da Madrid. In una nota la squadra di Lionel Messi condanna “gli atti compiuti oggi in molte parti della Catalogna per impedire il diritto democratico e la libera espressione dei cittadini”. Il Barca, una bandiera della nazione catalana, è schierato da tempo in favore del voto. La squadra delle Canarie, che sfida i primi in classifica, ha invece annunciato stamani che disputerà l’incontro con una bandiera spagnola cucita sulla divisa.

Il referendum in Catalogna spiegato in 10 domande

Crisi spagnola

Il braccio di ferro tra il governo centrale e i leader catalani sul referendum, definito incostituzionale dalla magistratura e illegale dall’esecutivo di Madrid, è diventata una delle crisi più gravi vissute dal Paese da quando è stata ristabilita la democrazia dopo la morte di Francisco Franco, nel 1975. Una crisi che alimenta timori nella popolazione. Tanto che oggi migliaia di persone sono scese in piazza nelle principali città del Paese – Madrid, Barcellona, Siviglia, Santander, Alicante, Valencia e Malaga – per sostenere l’unità del Paese. “Non saremmo dovuti arrivare a questo punto – ha detto un ingegnere di 58 anni sceso in piazza a Madrid con la bandiera spagnola alla vita – siamo arrivati a un punto di non ritorno”.

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