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Sabato, 20 Aprile 2024
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Catalogna: "Se vince sì al referendum dichiarazione di indipendenza entro 48 ore"

Studenti in piazza a Barcellona: "Domenica voteremo". Madrid invia 10mila soldati in Catalogna. Domani il governo autonomista renderà note le modalità in cui domenica si svolgerà il referendum nonostante il divieto del governo centrale

Conto alla rovescia per il referendum sull’autodeterminazione della Catalogna. A pochi giorni dal voto di domenica la polizia spagnola – e gli stessi Mossos d’esquadras catalani, la polizia regionale – temono disordini mentre non è chiaro cosa possa concretamente succedere in occasione del voto. Unico dato certo è che la magistratura ha dato l’ordine alle forze dell’ordine di bloccare l’accesso ai seggi.

La magistratura ha chiesto alla polizia nazionale e a quella catalana di coordinarsi "per impedire fino al primo ottobre l’utilizzazione di edifici pubblici per la preparazione del referendum".

Il sindaco di Barcellona chiede mediazione Ue

Marcia per l'indipendenza della Catalogna

"Se i catalani voteranno sì nel referendum di domenica in Catalogna 48 ore dopo la pubblicazione dei risultati il Parlamento farà una dichiarazione di indipendenza". Lo ha detto il 'ministro' degli Esteri del governo catalano, Raul Romeva.

"Se c'è una maggioranza che voterà no, dovremo accettare il risultati", ha spiegato Romeva, in una conferenza stampa a Bruxelles. "Ci dimetteremo, convocheremo nuove elezioni regionali e la vita continua".

Studenti in piazza: "Domenica voteremo"

Migliaia di studenti sono scesi in piazza a Barcellona e in altre città catalane a sostegno del referendum di domenica. La marcia per le strade della capitale catalana è l'evento principale delle giornate di sciopero studentesco, cominciate mercoledì: la piattaforma Universidades por la Republica, che ha convocato gli scioperi e le manifestazioni, ha dato il via all'evento spiegando ai giovani che lo sciopero è per "fare una campagna che lo Stato spagnolo non lascia condurre con normalità".

"Domenica voteremo" ha aggiunto una portavoce. "Quando la dittatura è un fatto, la rivoluzione è un diritto", recitava uno degli striscioni esposti.

Madrid invia 10mila soldati in Catalogna

E' stata convocata per domani alle 12 la conferenza stampa in cui il governo catalano renderà noti i dettagli organizzati del referendum per l'indipendenza della regione autonoma, previsto per domenica prossima, 1 ottobre.  Alla conferenza, che sarà all'International Press e Broadcasting Center di Barcellona, prenderanno parte il vicepresidente del governo Oriol Junqueras, il portavoce dell'esecutivo catalano Jordi Turull e il 'ministro' degli Esteri, Raul Romeva. 

Il responsabile dell'Interno della Generalitat, Joaquim Forn, ha invece dichiarato che Madrid ha inviato 10.000 soldati in Catalogna per garantire la pubblica sicurezza e impedire lo svolgimento del referendum.

Le tensioni politiche" in Catalogna minacciano l'economia spagnola: lo ha avvertito il Banco de Espana citato dal quotidiano La Vanguardia attualizzando le nuove proiezioni economiche fino al 2019. A suo giudizio, la questione catalana rappresenta un fattore di rischio interno e "potrebbe alla fine influire sulla fiducia degli operatori e sulle decisioni di spesa e condizioni di finanziamento". 

Da questa mattina a Barcellona agenti della Guardia urbana bloccano l'ingresso ai locali del comune in cui sono custodite le urne elettorali. La Guardia urbana è una polizia municipale i cui agenti sono armati di pistola e manganello e possono eseguire fermi ed arresti. A differenza dei Mossos d'Esquadra, la polizia regionale, dipende dallo Stato e non dalle autorità catalane.

L'Eta accusa Madrid: Spagna prigione dei popoli

La Spagna e' "una prigione per i popoli": e' la presa di posizione di Euskadi Ta Askatasuna (Eta), l'organizzazione dei separatisti baschi, in merito al conflitto tra Madrid e Barcellona sul referendum per l'indipendenza della Catalogna. L'accusa e' contenuta in una nota pubblicata dal giornale basco 'Gara'. Secondo l'Eta, "negando l'identita' nazionale catalana" lo Stato spagnolo si conferma "una prigione per i popoli". Il referendum per l'indipendenza, sospeso dalla magistratura di Madrid, era in programma il 1° ottobre. L'Eta ha annunciato la fine della lotta armata nel 2011. 

Indipendentisti sardi osservatori alle urne

Una delegazione di nove attivisti del movimento indipendentista sardo Sardigna Natzione saranno in Catalogna domenica prossima in occasione del referendum per l'autonomia. "Come nel 1937 contro la dittatura franchista", spiega il leader Bustianu Cumpostu, "i sardi torneranno in terra caralana per difendere, la democrazia, per difendere il popolo dalla repressione dello stato spagnolo occupante".

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