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Usa 2016, è la notte di Trump e Sanders. Clinton ora deve "cambiare marcia"

Nessuna sorpresa nelle primarie del New Hampshire: vincono Bernie Sanders tra i democratici e Donald Trump tra i repubblicani. Per Hillary Clinton è una disfatta, ma nonostante tutto è ancora la favorita

Vincono Bernie Sanders tra i democratici e Donald Trump tra i repubblicani. Ma la corsa alla candidatira è solo all'inizio, e Hillary Clinton da una parte, e Ted Cruz e Marco Rubio dall'altra continuano a essere in pole position per la nomination.

I RISULTATI - Questa volta non ci sono state sorprese rispetto ai sondaggi. Le primarie del New Hampshire sono andate lisce come previsto e hanno dato la vittoria a Donald Trump per il partito repubblicano e a Bernie Sanders per il partito democratico. Una vittoria molto ampia per il senatore del Vermont che ha staccato Hillary Clinton di oltre 20 punti percentuali: il confronto tra i due è finito 59,7% a 38,6%. Una disfatta per Clinton, che già nel pomeriggio di ieri aveva dato i primi segni di sconforto su Twitter, ammettendo che la strada nel Granite State sarebbe stata in salita. L'ex segretario di Stato ha fatto sapere attraverso il suo staff di guardare avanti ai prossimi appuntamenti, le primarie del South Carolina e i caucus del Nevada. Facendo riferimento ai delegati per la convention nazionale del prossimo 25-28 luglio a Philadelphia, Sanders ne prende 13, Clinton 9.

HILLARY - Ma proprio lo staff dovrebbe subire un profondo cambiamento ai vertici, cosa che si vocifera già da giorni, data l'insoddisfazione generale per una campagna che fino a qui non è stata entusiasmante. Hillary vuole cambiare schema prima che sia troppo tardi, dato che in questo momento i sondaggi la danno perdente contro Sanders anche a livello nazionale. Intanto sia lei che Bill Clinton (che potrebbe avere un ruolo sempre più importante nelle prossime settimane, scrive Politico.com) punteranno sulla comunità afro-americana, quasi inesistente in Iowa e New Hampshire, molto forte in South Carolina. E entrambi sanno che potrebbe essere la carta vincente, visto che Sanders è molto debole tra le minoranze afroamericane e ispaniche.

TRUMP - Dall'altra parte della barricata Donald Trump si è preso la sua rivincita, dopo essere stato sconfitto da Ted Cruz nei caucus dell'Iowa. Il miliardario di New York ha battuto gli altri candidati con il 35,2% dei voti, quasi 20 punti in più di Joh Kasich, il moderatissimo governatore dell'Ohio, al secondo posto con il 15,9%. Guardando da vicino l'andamento dei candidati repubblicani si può dire che i sondaggi non hanno sbagliato neppure le altre posizioni. Marco Rubio, il giovane prodigio della Florida, si è sgonfiato ed è finito in quinta posizione con il 10,5% dei voti dietro a Trump e Kasich, Ted Cruz (11,5%) e Jeb Bush (11,1%). Male il governatore del New Jersey, Chris Christie, che ha preso il 7,6% dei voti, dopo aver provato il tutto per tutto nell'ultimo dibattito di sabato. Seguono Carly Fiorina al 4,2%, Ben Carson al 2,3%. Per quanto riguarda i delegati alla Convention di Cleveland, Ohio, dal 18 al 21 luglio, Trump ne prende 10, Kasich 3, Cruz e Bush 2.

RUBIO - Rubio ha confermato i sondaggi, che lo hanno visto scendere dopo il pessimo dibattito di sabato scorso. A stupire sono stati il governatore dell'Ohio Kasich, che già da qualche giorno era dato in alto nel Granite State, e Jeb Bush che con questo quarto posto potrebbe ripartire dopo una campagna elettorale disastrosa. Trump ha parlato non appena i dati hanno espresso con chiarezza la sua vittoria: "Avete iniziato voi, ricordatevelo, avete iniziato voi", ha detto agli elettori del New Hampshire scommettendo su una striscia di altre vittorie che lo porteranno alla nomination. Poi il miliardario si è complimentato con i suoi sfidanti definendoli "magnifici".

Donald Trump © Infophoto

PROSPETTIVE - Ma se Clinton ha tutte le possibilità per giocare la sua partita il prossimo appuntamento in South Carolina (il 20 febbraio per i repubblicani e il 27 febbraio per i democratici), il New York Times scrive che i candidati sostenuti dall'establishment repubblicano (Rubio, Bush e Cruz) non riusciranno a spuntarla presto su Trump. Inoltre la campagna elettorale per mettere fuori gioco il magnate del real estate potrebbe diventare lunga, stressante ma soprattutto molto costosa. Per entrambe le parti quella di ieri sera è stata la vittoria di due outsider non amati dai partiti. Una sconfitta dell'establishment, ma soprattutto un segnale ancora più chiaro del fatto che la corsa alla Casa Bianca è ancora molto lunga.

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