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Giovedì, 25 Aprile 2024
SLOVENIA / Slovenia

Slovenia, la rivoltà di Maribor innescata dai nuovi autovelox

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione del sindaco Franc Kangler di installare degli autovelox a tutti gli incroci principali della città: 70mila multe in pochi giorni. Ma la popolazione protesta soprattutto per la corruzione dilagante

Due settimane fa in Slovenia, a Maribor, seconda città del paese, migliaia di persone hanno protestato contro il loro sindaco, con una violenza che il paese non conosceva da decenni, sin dai tempi dell'indipendenza. Decine di arresti, feriti, gas lacrimogeni che hanno inasprito l'aria per giorni e giorni. La corruzione ha portato all’esasperazione un popolo già provato dalla crisi economica. Presseurop racconta cosa c'è dietro a quella che è stata definita la "rivolta di Maribor".

"Maribor - spiega Borut Mekina -ha sempre avuto la reputazione di una città dove non succede nulla. Il tasso di astensione alle elezioni è più elevato che altrove e i suoi abitanti non sono molto coinvolti nella vita sociale o politica. Com'è possibile allora che in una sola settimana ventimila persone abbiano manifestato in piazza della Libertà, mostrando striscioni contro il sindaco, gettando uova, sedie e bottiglie molotov contro il comune?". C'è chi si spinge fino a definire "l'insurrezione di Maribor" come un evento storico.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione del sindaco Franc Kangler di installare degli autovelox a tutti gli incroci principali della città. 70mila multe in pochi giorni per una popolazione già duramente provata dalla crisi economica. L'appalto dei nuovi autovelox è stato dato a un'impresa privata, e la maggioranza delle multe (circa il 93 per cento) è stata incassata da questa impresa, che aveva promesso di rinnovare il sistema dei semafori. Detto in altre parole, il sindaco Franc Kangler è riuscito a privatizzare lo stato. Durante i primi giorni della rivolta decine di autovelox sono stati dati alle fiamme.

Già, le privatizzazioni. Da quindici anni a questa parte a Maribor sono andate avanti senza sosta: il sistema di depurazione e di distribuzione dell'acqua, i trasporti pubblici, la teleferica, le pompe funebri. Oggi morire a Maribor "costa" il doppio che nella capitale Lubiana.

Una "corruzione sistematica" è stata portata alla luce da un'indagine della Commissione Nazionale anticorruzione. Ma è stata solo la certificazione di quel che tutti sapevano in città. Le proteste si sono estese in tutto il paese. A Lubiana, a Kranj, a Celje e a Trbovlje la gente è scesa in piazza:non vogliono che la loro città diventi come Maribor.

Il primo ministro Janez Janša, accusato di corruzione da anni, rifiuta di abbandonare il suo posto e molti sindaci accusati e condannati per la cattiva gestione dei soldi pubblici lo imitano. Ma la popolazione, con la "rivolta di Maribor", ha mandato un messaggio preciso ai politici: è finito il tempo della rassegnazione.

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