Arrestato in Venezuela un giornalista italiano: conduceva inchiesta sulle carceri
Roberto Di Matteo insieme con un collega venezuelano ed uno svizzero era in Sud-america per realizzare un reportage sulla situazione del Paese. Originario di Sannicandro, nella Murgia barese, collabora con il Giornale e il sito Gli occhi della guerra.
CARACAS (Venezuela) - Roberto Di Matteo il giornalista è stato fermato in Venezuela con il collega ticinese, Filippo Rossi ed il locale Jesus Medina mentre stava cercando di fare un reportage nel carcere di Tocoron. L'ambasciata d'Italia a Caracas, in stretto raccordo con la Farnesina, segue sin dal primo momento il caso del fermo del connazionale Roberto Di Matteo, avvenuto nel centro penitenziario Tocoron in Venezuela.
Conosciuto tra i colleghi come "Bobomatto" racconta di se stesso di essere "un figlio della crisi che ha studiato per essere un regista ma grazie a "Il Giornale" e al sito di reportage "Gli occhi della guerra" sono riuscito a reinventarmi giornalista ed ora realizzo videoreportage dalla zone calde del globo". Originario di Sannicando di Bari, paesino nella Murgia Barese a 15 k m dal capoluogo, Di Matteo ha alle spalle tanti servizi dalla Cecenia e sull'Isis.
"L'arresto in Venezuela del giornalista Roberto Di Matteo e di altri due colleghi conferma l'allarme lanciato da tempo dalle organizzazioni sindacali venezuelane e dall'Ifj, la Federazione internazionale dei giornalisti, sull'impossibilita' di esercitare liberamente la professione giornalistica e sulla repressione messa in atto dal regime di Caracas nei confronti dei cronisti". Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi.
"Agli sforzi della Farnesina per la liberazione di Roberto Di Matteo - aggiungono - e' necessario che segua la mobilitazione delle organizzazioni internazionali per far cessare le intimidazioni e gli arresti di giornalisti da parte del regime del presidente Nicolas Maduro, da tempo impegnato a rimuovere con ogni mezzo non soltanto qualsiasi forma di dissenso, ma anche ogni iniziativa tesa a informare l'opinione pubblica interna e internazionale sulle condizioni in cui versa il Paese. Il Venezuela e' da tempo tristemente in fondo a tutte le classifiche internazionali sulla liberta' di stampa, anche se le denunce fino ad oggi non hanno sempre trovato un seguito e un risalto adeguati"