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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Scheda - Chi sono i lefebvriani

Il gruppo viene fondato nel 1970 a Friburgo dal vescovo francese Marcel Lefebvre, in aperto contrasto con gli esiti del Concilio Vaticano II che aveva aperto la Chiesa di Roma all'ecumenismo e al dialogo interreligioso

Il gruppo ultratradizionalista dei lefebvriani, denominazione con la quale è universalmente nota la Fraternità sacerdotale San Pio X, è tornato nuovamente "all'onore" delle cronache in occasione dei funerali del boia delle Fosse Ardeatine, Erich Priebke, ultimo gesto "forte" di una più che quarantennale vita passata tra polemiche e scomuniche.

Il gruppo viene fondato nel 1970 a Friburgo dal vescovo francese Marcel Lefebvre, in aperto contrasto con gli esiti del Concilio Vaticano II che aveva aperto la Chiesa di Roma all'ecumenismo e al dialogo interreligioso.

Fin dalla sua fondazione iniziò un braccio di ferro con Roma: Lefebvre disubbidì alla proibizione di ordinare nuovi sacerdoti, di chiudere il seminario di Econe e di aprirne altri, e nel 1976 fu sospeso "a divinis". La rottura definitiva arrivò però solo nel 1988, quando il religioso ordinò quattro nuovi vescovi (Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta) e incorrendo nella definitiva scomunica dal Vaticano.

Sotto il pontificato di Benedetto XVI la Chiesa cattolica ha cercato di riavvicinare gli ultratradizionalisti, con numerosi passi, alcuni dei quali molto discussi, tra i quali la liberalizzazione della messa in latino, che era una delle divisioni più simboliche, e con la revoca della scomunica ai vescovi ordinati da Lefebvre: tra questi c'era il negazionista Williamson, secondo cui la Shoah non sarebbe mai avvenuta e le camere a gas mai esistite.

L'opposizione dei lefebvriani al Concilio Vaticano II è però rimasta, e lo stesso Ratzinger ha ribadito che "le questioni dottrinali, ovviamente, rimangono e, finchè non saranno chiarite, la Fraternità non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero". Col pontificato di Papa Francesco le distanze sono tornate ad aumentare, tanto che il superiore dei Lefebvriani, mons. Bernard Fellay, ha detto che Bergoglio "è un vero modernista" e che seguirlo significherebbe "mettere in pericolo la nostra fede". Per Fellay, quelli che stiamo vivendo sono "tempi molto spaventosi", mentre "la situazione della Chiesa è un vero e proprio disastro. E il Papa attuale sta rendendo diecimila volte peggio".

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