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Mercoledì, 17 Aprile 2024
LA TRAGEDIA / Corea del Sud

Lo Schettino coreano: il capitano del traghetto affondato abbandonò per primo la nave

Infuria la polemica mentre continuano disperatamente le ricerche dei 271 dispersi. Poche, purtroppo, le speranze di trovare ancora in vita qualcuno

Al timone del traghetto affondato al largo della Corea del Sud non vi era il capitano, ma un ufficiale subalterno. E non solo: il capitano, secondo quando emerge dalle prime indagini, è stato il primo ad abbandonare la nave saltando sulla prima scialuppa di salvataggio. Un comportamento che per noi italiani riporta tristemente alla memoria il naufragio della Costa Concordia e le "gesta" molto poco eroiche di Francesco Schettino.

Mentre si cercano disperatamente i quasi trecento dispersi, in maggioranza studenti, le cause dell'incidente non sono ancora state chiarite. Molti sopravvissuti hanno detto di ricordare un fortissimo rumore prima che il traghetto si fermasse improvvisamente per poi cominciare ad inabissarsi. A causa dell'impatto con una barriera rocciosa - proseguono gli esperti - i veicoli nel garage del traghetto si sarebbero spostati, disequilibrando irrimediabilmente la nave.

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La rabbia dei familiari, che accusano di incompetenza il governo, i soccorsi e l'equipaggio, aumenta di ora in ora. Finora sono 25 i corpi recuperati; a bordo vi erano 475 persone, di cui oltre 300 studenti in gita scolastica; i sopravvissuti sono solo 179, 271 persone mancano all'appello.

Sul luogo dell'incidente stanno lavorando oltre 500 sommozzatori, ma le correnti fredde e violente oltre alla scarsa visibilità delle acque rendono le operazioni particolarmente difficili. Si suppone che le vittime si trovino quasi tutte all'interno dei ponti sommersi del traghetto. Resta la speranza che ci possano essere sopravvissuti all'interno di qualche sacca d'aria.

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