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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Catalogna, altissima tensione a Barcellona: scontri tra agenti e manifestanti

Dopo il pugno di ferro usato ieri da Madrid che ha fatto arrestare 14 funzionari del governo autonomo, a Barcellona nelle scorse ore 40 mila persone sono scese in piazza per protestare. Momenti di tensione e tafferugli. Rajoy: "Il voto non si farà mai"

Tensione nella notte tra manifestanti catalani e polizia, dopo il pugno di ferro usato ieri da Madrid che ha fatto arrestare 14 funzionari del governo autonomo a Barcellona.

40mila persone in piazza

L'angolo tra Rambla Catalunya e Gran Vía - dove si trova il ministero dell'Economia della Generalitat - è stato il luogo scelto come epicentro delle proteste. Fino a 40.000 persone si sono radunate sul posto per protestare contro il colpo di mano di Madrid. Una protesta che è proseguita anche in nottata, con isolati tafferugli e feriti tra i manifestanti.

A mezzanotte c'erano ancora circa 500 persone davanti al ministero, riferisce il quotidiano El Pais, nonostante le richieste dei leader dell'Assemblea Nazionale Catalana (ANC) e di Omnium di "abbandonare le proteste fino al giorno successivo". I manifestanti hanno bloccato l'accesso alla sede del dicastero e i Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, dispiegati intorno all'edificio, si sono avvvicinati al gruppo di manifestanti per creare un perimetro di sicurezza che ha consentito agli agenti della Guardia Civile presenti di lasciare l'edificio in sicurezza

Cariche della polizia

I momenti di maggiore tensione hanno avuto luogo a seguito di alcune cariche della polizia che hanno provocato dei feriti tra i manifestanti. Dopo i primi scontri, un'ambulanza si è recata sul posto per assistere una delle persone coinvolte. Alcuni dei presenti hanno lanciato sassi contro i Mossos e tre auto della Guardia Civile sono state pesantemente danneggiate. Solo intorno all'1:30 di notte, gli agenti sono riusciti ad allontanare la folla dall'ingresso del ministero e alcuni funzionari sono potuti uscire al grido "non siete soli".

Ieri la Guardia Civil ha sequestrato più di 9,8 milioni di schede in un magazzino nella zona industriale di Bigues, 45 chilometri a Nord di Barcellona, stando a quanto precisato dal ministero dell'Interno. La Guardia Civil ha anche sequestrato altro materiale elettorale, tra cui i moduli per la creazione dei seggi elettorali e quelli per la registrazione degli elettori. Le forze di sicurezza hanno anche condotto una serie di perquisizioni in diversi uffici dell'esecutivo catalano a Barcellona, in particolare la presidenza e i dipartimenti per gli Affari economici e gli Affari esteri, arrestando 13 persone.

Rajoy: "Voto non legittimo"

Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha chiesto agli indipendentisti catalani di fermare la loro "escalation di estremismo e disobbedienza", dopo che migliaia di persone sono scese in piazza a Barcellona per protestare contro l'arresto di 14 funzionari del governo catalano. "C'è ancora tempo per evitare problemi più grandi", ha detto Rajoy in una dichiarazione trasmessa in tv. Il premier ha invitato il presidente catalano Carles Puigdemont a rinunciare al referendum sull'indipendenza previsto per il 1 ottobre: "Torna al diritto e alla democrazia. Rinuncia a questa escalation di estremismo".

Marcia per l'indipendenza della Catalogna

"Questo referendum non si può tenere - ha aggiunto, stando a quanto riportato da El Pais - non è mai stato legale né legittimo".

Arresti a Barcellona

La polizia spagnola ha sequestrato ieri quasi 10 milioni di schede per il referendum sull'indipendenza della Catalogna in programma per il prossimo 1 ottobre, ma probito dal governo centrale di Madrid, mentre a Barcellona migliaia di persone sono scese in strada per protestare contro l'arresto di 13 funzionari del governo autonomo catalano, tra cui il braccio destro del vicepresidente Oriol Junqueras.

Più di 9,8 milioni di schede sono state sequestrate in un magazzino nella zona industriale di Bigues, 45 chilometri a Nord di Barcellona, stando a quanto precisato dal ministero dell'Interno. La Guardia Civil ha anche sequestrato altro materiale elettorale, tra cui i moduli per la creazione dei seggi elettorali e quelli per la registrazione degli elettori. Le forze di sicurezza hanno anche condotto una serie di perquisizioni in diversi uffici dell'esecutivo catalano a Barcellona, in particolare la presidenza e i dipartimenti per gli Affari economici e gli Affari esteri, arrestando 13 persone.

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