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Mercoledì, 24 Aprile 2024
SIRIA / Siria

Siria, Parigi e Mosca a confronto per il 'dopo-Assad'

La Francia afferma di voler sostenere i ribelli, ma l'Onu accusa entrambi gli schieramenti di non collaborare con i Caschi blu

Parigi e Mosca stanno discutendo delle prospettive che si apriranno con il dopo-Assad. Sembra quindi che il Cremlino non ritenga più indipensabile mantenere l'attuale presidente a capo della Siria.  “Gli stessi russi non sono attaccati alla figura di Assad”, ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius,  “ma vogliono sapere chi prenderà il suo posto. La discussione verte su questo”. 

Aiuti ai ribelli - La Francia mostra di voler essere uno dei principali interlocutori nelle discussioni sulla crisi siriana. Sempre Fabius, come riporta il quotidiano Le Parisien, ha dichiarato di voler fornire degli strumenti di comunicazioni ai ribelli siriani.

Il ministro degli Esteri ha anche proposto di indire una conferenza sulla crisi siriana il 30 giugno a Ginevra. “Stiamo portando avanti una doppia strategia” ha spiegato Fabius. “Aumentiamo le pressioni, grazie alle sanzioni, e nello stesso tempo portiamo avanti il dialogo, in particolare con la Russia”. 

Solo ieri Parigi aveva spiazzato tutti, proponendo di fatto un intervento armato in Siria, non diverso da quello attuato in Libia. La Francia aveva infatti proposto di ricorrere al Capitolo VII dello statuto delle Nazioni Unite, autorizzando così la creazione di una no-fly zone. 

La diplomazia internazionale guarda anche alle notizie che giungono dalle maggiori organizzazioni dei diritti umani. Donatella Rovera di Amnesty International è tornata dalla Siria con un rapporto di 70 pagine, dove si racconta dei massacri commessi contro la popolazione civile, mentre è di oggi la notizia del ritrovamento di 9 corpi sgozzati vicino a Damasco. 

Mancanza di collaborazione - Il capo degli osservatori dell'Onu in Siria, il generale Robert Mood, ha accusato ribelli e forze governative di scarsa collaborazione con i Caschi blu. "Sembra che ci sia una mancanza di volontà di vedere una transizione pacifica, ed invece c'è una spinta ad avanzare le posizioni militari", ha detto il generale, come riporta il sito dell'Ansa. "E' importante che entrambe le parti diano alla missione un'opportunità", ha continuato Mood. 

Secondo i dati dell'Onu sono almeno 10mila le persone che hanno perso la vita nei 15 mesi di scontri che hanno sconvolto la Siria. Ad aprile Kofi Annan aveva proposto un piano di pace in sei punti, ma nonostante questo le violenze non accennano a cessare. 

 

 

 

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