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Giovedì, 18 Aprile 2024
Diario dalla Siria / Siria

Siria, cessate il fuoco in vigore. Ma i ribelli denunciano altri attacchi

La tregua voluta dall'Onu è scattata questa mattina, ma regime e forze di opposizione fanno sapere che apriranno il fuoco se aggrediti

E’ entrato in vigore alle 6 di mattina (7 ora italiana) il cessate il fuoco in Siria, come stabilito dal piano di pace accettato dal presidente Bashar al Assad. In un primo momento sembrava che Damasco avesse rispettato l’impegno preso con Kofi Annan, inviato speciale delle Nazioni Unite, ma gli scontri starebbero continuando in alcune zone del Paese, come riferiscono i ribelli.


Intanto Burhan Ghalioun, presidente del Consiglio Nazionale Siriano ormai riconosciuto dalla comunità internazionale come ufficiale movimento di opposizione, ha invitato la popolazione a scendere nelle strade per protestare contro Assad. “Invitiamo la popolazione a protestare e ad esprimersi, in quanto il diritto di manifestare è uno dei punti principali del piano (di pace, ndr)” ha dichiarato il professore della Sorbona all’Afp, come riporta Al Arabyia.


I diplomatici di tutto il mondo tengono il fiato sospeso, mentre aspettano di vedere se il cessate il fuoco voluto dalle Nazioni Unite avrà successo o meno. Sia il regime che i ribelli hanno infatti affermato che rispetteranno la tregua, aggiungendo però che risponderanno al fuoco se attaccati. Anche se Ankara ha dichiarato che sarebbe “molto contenta” di vedere il piano di pace rispettato ma il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, ha dichiarato alla Bbc che se il programma dell’Onu dovesse in qualsiasi modo fallire, il suo Paese “avrebbe il diritto di prepararsi a proteggere il confine e di aiutare le persone che fuggono dal massacro”.


Assad ha intanto chiesto a coloro che hanno lasciato la Siria di rientrare nel Paese. Sono infatti 24mila i siriani che hanno trovato rifugio nei campi profughi turchi. Solo pochi giorni fa, lungo la frontiera tra i due Paesi, le forze siriane avevano sparato contro coloro che cercavano di arrivare in Turchia, anche se un video di Al Jazeera ha mostrato i limiti dei campi profughi messi in piedi da Ankara per ospitare i rifugiati.
 

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