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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Tra Usa e Iran sale la tensione: Trump vara nuove sanzioni dopo test missilistico

Gli Stati Uniti impongono nuove sanzioni a Teheran dopo il lancio di un missile balistico. Donald Trump avvisa il regime degli ayatollah: "Stanno giocando col fuoco"

Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni a carico dell'Iran dopo il lancio di un missile balistico effettuato domenica scorsa dal regime degli ayatollah. Donald Trump aveva preannunciato l'adozione di misure che secondo il ministero del Tesoro americano colpiscono chi, individui e società tanto nella stessa Repubblica Islamica quanto in Cina, sono stati identificati dall'amministrazione statunitense come sostenitori del programma missilistico di Teheran e dei Guardiani della Rivoluzione, le temute forze speciali i cui membri sono meglio noti come pasdaran.

"L'ininterrotto appoggio iraniano al terrorismo, e lo sviluppo del suo programma per missili balistici, rappresentano una minaccia all'intera regione, ai nostri alleati in tutto il mondo e agli stessi Stati Uniti", afferma in un comunicato ufficiale John Smith, direttore ad interim dell'Ufficio per il Controllo delle Proprieta' Straniere presso il dicastero. 

Poco prima dell'annuncio di Smith, il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif aveva proclamato che il suo Paese "mai darà inizio a una guerra", proprio alludendo alle minacce americane di rappresaglia, e per farlo aveva scelto Twitter, il mezzo di comunicazione prediletto da Trump.

"Le minacce non ci impressionano", aveva assicurato Zarif, "perchè noi traiamo la nostra sicurezza dal popolo. Mai intraprenderemo un conflitto, mentre possiamo fare affidamento soltanto sui nostri mezzi di difesa".

Donald Trump aveva avvertito Teheran: "Gioca con il fuoco, lui non sarò così garbato come il predecessore, Barack Obama".

Si tratta peraltro di provvedimenti distinti rispetto a quelli tuttora in vigore relativi alle attività nucleari di Teheran che nel frattempo ha deciso di vietare l'ingresso in Iran ai lottatori statunitensi che avrebbero dovuto partecipare alla Coppa del mondo, in programma il 16 e 17 febbraio a Kermanshah, nella parte occidentale del Paese. Si tratta della prima decisione presa dalle autorità di Teheran in risposta all'ordine esecutivo firmato una settimana fa dal presidente Donald Trump, che per 90 giorni ha vietato l'ingresso negli Stati Uniti dei cittadini di sette Stati, tra cui l'Iran, che rappresenterebbero, per la Casa Bianca, un pericolo per la sicurezza.

Bahram Qasemi, un portavoce del ministero degli Esteri, ha detto che una commissione speciale ha analizzato il caso, decidendo di "opporsi alla visita della squadra statunitense di lotta libera"; la decisione della Casa Bianca, ha aggiunto, "non ha lasciato altra scelta" all'Iran, secondo quanto riportato dall'Irna, l'agenzia di stampa statale. La lotta è molto popolare in Iran e nelle tre precedenti edizioni della Coppa del Mondo di lotta libera maschile disputate a Los Angeles, a vincere era stata sempre la squadra iraniana. 

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