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Venerdì, 29 Marzo 2024
JIHAD GLOBALE

Stato Islamico, giornalista decapitato: è caccia al boia con l'accento inglese

Il video dell'esecuzione di James Foley rivela che l'uomo che lo ha ucciso parlava arabo con un forte accento londinese. Il premier David Cameron interrompe le vacanze e torna a Londra per riunioni d'emergenza. E' allarme in Europa e Stati Uniti per gli stranieri e il loro jihad globale

L'America e il mondo intero sono sotto shock per la decapitazione del giornalista statunitense James Foley, ucciso per mano delle milizie dello Stato Islamico di Siria e Iraq, ma nuovi inquietanti dettagli si aggiungono al drammatico quadro: il "boia" jihadista potrebbe essere un cittadino britannico.

Il video dell'esecuzione di Foley rivela infatti che l'uomo che lo ha ucciso parlava arabo con un forte accento londinese, e lo stesso ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, ha riconosciuto la possibilità che si tratti di un cittadino del Regno Unito.

In un'intervista alla Bbc Radio, il capo della diplomazia di Londra ha detto che saranno necessari ulteriori accertamenti, ma che "apparentemente si tratta di una persona britannica" e ciò non sarebbe sorprendente considerato "il significativo numero" di britannici che combattono nelle file dell'Isis.

Dopo la diffusione del video il premier britannico David Cameron ha interrotto le vacanze ed è rientrato a Londra dalle ferie per presiedere a Downing Street una serie di riunioni d'emergenza.

Secondo le più recenti e attendibili stime, tra le sue fila il gruppo jihadista vedrebbe la presenza di almeno 4mila combattenti stranieri, in buona parte provenienti da paesi occidentali. Come rileva Peter Neumann, professore ed esperto di analisi del terrorismo internazionale del King's College di Londra, l'80 per cento dei combattenti stranieri recatisi in Siria sarebbero finora passati nelle milizie guidate dall'autoproclamatosi califfo Al-Baghdadi.

IL RICORDO DELLA MADRE DEL GIORNALISTA UCCISO

La madre di James Foley ha scritto su Facebook di essere fiera di suo figlio: "Ha dato la vita per raccontare al mondo la sofferenza del popolo siriano". La donna ha inoltre lanciato un appello ai responsabili della morte del figlio quarantenne affinché risparmiarmino la vita degli altri "ostaggi innocenti". "Ringraziamo Jim per tutta la gioia che ci ha dato. E' stato straordinario, come figlio, fratello, giornalista e persona", ha scritto ancora Diane Foley.

Ecco il volto del "califfo"

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