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Venerdì, 19 Aprile 2024
VIOLENZA SULLE DONNE

Somaliland, stupratore assolto: la bimba vittima si dà fuoco

L'uomo dovrà soltanto rimborsare la famiglia con 400 dollari. Ma quante storie come queste si incontrano? Lo chiediamo a Marco De Ponte, segretario generale di Action Aid Italia, ong che ha diffuso la notizia

Una bambina di 11 anni si è suicidata dandosi fuoco dopo che il suo stupratore è stato assolto: è successo in Somaliland, nell'Africa orientale. Tutto è raccontato da ActionAid e la vicenda si è svolta a metà gennaio. Portata in ospedale, i medici si sono rifiutati di curarla senza una denuncia alla polizia. Quando finalmente la bambina è stata esaminata, si è deciso il ricovero nella clinica di Borama. La madre di Hoodo (nome di fantasia) ha portato in tribunale il caso di sua figlia. Identificato, il colpevole è stato condannato a otto anni. Ma la Camera degli Anziani della comunità ha deciso di rilasciarlo e il padre di Hoodo ha accettato un risarcimento di 400 dollari in cambio. Dopo questo, la bimba si è suicidata: si è data fuoco, ma la polizia ha archiviato il caso come incidente.

Ma quante storie come queste si incontrano intervenendo in Somaliland? Lo chiediamo al segretario generale di ActionAid Italia, Marco De Ponte.

"In molti dei Paesi in cui ActionAid è presente e lavora, i colleghi affrontano situazioni in cui la discriminazione di genere e gli abusi sulle donne, sono fenomeni quotidiani. Purtroppo, negli ultimi anni la violenza contro le donne in Somaliland è in crescita. Il nostro lavoro si concentra proprio sull’aiutare le donne a far sentire la propria voce e allo stesso tempo sul cambiamento del contesto, quindi sul cambiare una cultura e una società che sono fortemente patriarcali e che discriminano le donne, non consentendo loro le stesse opportunità"

La pratica della mutilazione genitale è molto diffusa?

"E' un altro sintomo della violazione dei diritti delle donne: in Somaliland circa il 94,8% delle donne e delle bambine sono vittime di mutilazioni genitali. In tutti i Paesi interessati da dinamiche di questo tipo, ActionAid lavora sulle istituzioni, per far approvare leggi più giuste e che tutelino maggiormente i diritti delle donne: per esempio proprio in Somaliland, ActionAid da anni lavora con altre organizzazioni per introdurre quote rosa (il 20%) nel Parlamento nazionale, come avviene in altri Paesi del continente africano. In parallelo, si lavora sulla società civile, sulle comunità, sui leader religiosi, su gruppi di uomini. Il grande lavoro viene portato avanti dalle donne, che in molti Paesi, soprattutto africani, si organizzano- grazie al sostegno di ActionAid -  in  “Women Watch Groups”.  Questi gruppi si impegnano a sensibilizzare la comunità affinché si oppongano alle discriminazioni o alle pratiche come le mutilazioni genitali e i matrimoni precoci"

Quanto ancora il problema delle violenze su donne e bambine è giustificato dalla società civile?

"Proprio come la maggior parte delle bambine e ragazze in Somaliland, Hoodo era stata precedentemente sottoposta a mutilazione genitale femminile: una pratica che, quindi, è ancora socialmente praticata. Il vero elemento che incentiva ancora la violenza contro donne e bambine è la cultura dell’impunità, ma anche ostacoli concreti, come per esempio che in molti Paesi la polizia non abbia personale formato per ricevere le denunce di abusi e violenze, o che nei tribunali non ci sono giudici donne. Oltre all’azione sui singoli casi di violenza, occorre quindi lavorare sulle comunità e sulla società civile perché le donne che subiscono violenza siano messe in condizioni di far sentire la loro voce"

Raccontante che sia stato il padre di Hoodo ad accettare il risarcimento. E' una pratica diffusa in questi casi? 

"Purtroppo sì. A causa delle diverse interferenze delle comunità e della tendenza dei giudici a minimizzare e sottostimare la gravità delle violenze sessuali, le vittime sono spesso spinte ad accettare risarcimenti ingiusti e inadeguati, o addirittura a sposare gli uomini da cui hanno subito violenza. Il padre di Hoodo, che vive con la seconda moglie con cui si è risposato tempo addietro, ha raggiunto Sanag per negoziare con gli anziani. Alla fine ha accettato un risarcimento di 400 dollari e in cambio ha acconsentito alla liberazione dell’uomo che ha violentato sua figlia. Rafforzando così il concetto di impunità"

Che cosa è la Camera degli anziani e perché ha la possibilità di rivedere le decisioni dei tribunali?

"In Somaliland esistono tre sistemi legali paralleli: la civil law, la legge islamica “Shari’a” e la “Xeer”, ossia il diritto consuetudinario. Nel paese la violenza di genere, anche domestica, è estremamente diffusa ma continua a non essere affrontata nei tribunali ordinari. La maggior parte dei casi di violenza contro le donne viene infatti giudicata applicando il sistema consuetudinario della Xeer,  in cui le Camere degli Anziani assumono il ruolo di giudici. Le Camere degli Anziani, nominate dai clan, sono di fatto gli organismi che prendono le decisioni, e dato che i clan tendono a essere conservatori per quanto riguarda le pratiche religiose tradizionali, il loro potere finisce per essere d’ostacolo all’emancipazione femminile.  Inoltre, un potere giudiziario dominato dagli uomini causa ulteriori ostacoli alle donne che vogliano denunciare le violenze subite"

Che azioni state portando avanti in queste zone per evitare altre storie come quella di Hoodo?

"ActionAid lavora al fianco delle comunità più povere di tre delle sei regioni amministrative del Somaliland: Sanag, Marodijex e Togdheer. Collaboriamo con 7 organizzazioni locali e con le autorità governative. Nella regione di Sanag, la più remota e meno accessibile del paese, ActionAid lavora dal 1992: facciamo attività per promuovere l’emancipazione femminile e la sensibilizzazione della società  sui temi della parità di genere, attraverso corsi di formazione indirizzati a donne, giovani, insegnanti e altri gruppi sociali. Nonostante le donne possano lavorare, possedere terra e fare attività sociali, la politica per esempio resta prerogativa degli uomini: pensate che solo un parlamentare su 164, è donna; e sono solo tre i Ministri donna sui 40 membri del Gabinetto. Non c’è nessun giudice donna in tutto il Somaliland e nessuna posizione nei vertici delle più importanti istituzioni governative. Anche l’impiego nel settore terziario è di fatto precluso: ci sono addirittura aziende che per regole interne non assumono donne. Quindi il lavoro da fare è su tutti i fronti, sulle istituzioni in primis, ma anche nelle scuole e nelle comunità. Un’attività centrale riguarda quella di offrire alle donne opportunità economiche e imprenditoriali attraverso il microcredito e corsi di formazione per la gestione delle imprese". 

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