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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Arabia Saudita, giustiziati 47 terroristi

Tra di loro c'è un alto capo religioso sciita, Nimr Baqer al-Nimr, noto per le sue posizioni contro il governo saudita. Si tratta delle prime esecuzioni del 2016 nel regno ultraconservatore che ha giustiziato 157 persone nel 2015

L'Arabia Saudita comincia il 2016 con quarantasette esecuzioni capitali. Ad annunciarlo è il ministero dell’Interno, che ha comunicato le esecuzioni citando dei versetti del Corano, mentre il Gran muftì Sheikh Abdulaziz Al al-Sheikh è apparso in tv e ha definito giuste le condanne a morte.

Tutti i giustiziati erano considerati responsabili di aver progettato o portato a compimento attacchi terroristici contro civili. La maggior parte di loro, fa sapere sempre il ministero, erano ritenuti coinvolti in attentati compiuti tra il 2003 e il 2006 ed attribuiti ad Al Qaeda.

Tra le 47 esecuzioni anche quella del religioso sciita Nimr al-Nimr, imam della moschea di Qatif a Al Awamiyya, che era stato condannato a morte l’anno scorso per sedizione. Arrestato a luglio del 2012, era uno dei leader principali delle proteste sciite nella parte orientale del paese.Dal 2009 si era mobilitato per chiedere la separazione della provincia del Qatif, a maggioranza sciita, dall’Arabia Saudita e l’unione con il Bahrain.

Contro la condanna a morte del religioso c’erano state mobilitazioni e proteste, e l’Iran aveva avvertito Riad che avrebbe "pagato cara" l’esecuzione. Nel 2015, secondo diverse organizzazioni umanitarie, sono state 157 le condanne a morte eseguite in Arabia Saudita.
 

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