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Martedì, 23 Aprile 2024
BRASILE

Torturata in carcere perché transessuale: la protesta sul web

La transgender brasiliana è stata legata e aggredita a San Paolo. Su Facebook le foto della violenza: è stata torturata in carcere, dopo essere stata arrestata

Non solo l'hanno torturata ma hanno diffuso le foto sui social network. La ragione? Veronica Bolina è una transessuale. Così è partita la campagna di solidarietà dopo l'aggressione in carcere da parte della polizia di San Paolo, in Brasile. Le foto di lei con le mani legate e il volto tumefatto stanno facendo il giro del mondo. 

Veronica Bolina 2-2-2

Veronica è stata arrestata perché sospettata di aver tentato di uccidere il suo vicino di casa. Dopo circa una settimana di carcere sono apparse sui social network le foto della brutale aggressione che ha subìto: nuda, con piedi e mani ammanettate, il viso sfigurato dai tagli e attorno a sé gli agenti della penitenziaria. 

In un audio rilasciato dopo l'episodio Veronica nega che a commettere quelle violenze efferate siano stati gli agenti, che invece "avrebbero fatto soltato il loro lavoro": "Non mi hanno torturata". La polizia sostiene che l'aggressione sia stata compiuta da altri prigionieri, dopo che è stata vista masturbarsi in cella. Ma sul profilo Facebook della transgender sono apparse diverse segnalazioni di amici e conoscenti che affermano che quell'audio sia falso, che la voce che si sente non sia la sua. L'aggressione è diventata un caso e Twitter e gli altri social network sono stati inondati di post con l'hashtag #SomosTodasVerônica. 

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Una foto pubblicata da Veronica Alves (@vevebolina) in data:


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