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Giovedì, 18 Aprile 2024
Migranti

Turchia, strage di migranti in mare: annegano 14 persone, metà sono bambini

L'imbarcazione con cui stavano cercando di raggiungere l'isola di Lesbo è affondata. Altre 27 persone sono state tratte in salvo. Intanto continuano le restrizioni per i profughi: la Slovenia inizia a mettere filo spinato sul confine con la Crozia

È di quattordici morti, tra cui sette bambini, il bilancio del naufragio di un barcone carico di profughi al largo della costa turca di Ayvacik, nel mar Egeo. La notizia arriva dalla guardia costiera turca, che è riuscita a salvare 27 persone. L'imbarcazione si sarebbe ribaltata proprio prima di raggiungere l'isola greca di Lesbo, dove i migranti erano diretti. Tra i superstiti c'è anche una donna incinta. Secondo il quotidiano turco Harriyet i migranti naufragati sarebbero siriani e iracheni. Ancora ignota, invece, la nazionalità delle vittime di questa ennesima tragedia dell'immigrazione.

La Turchia ufficialmente accoglie due milioni e 200 mila rifugiati siriani: le sue coste sono il punto di partenza per decine di migliaia di persone che prendono il mare, anche in pessime condizioni meteo, nella speranza di raggiungere le isole greche, primo avamposto dell'Unione europea. Secondo l'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati, dall'inizio dell'anno sono arrivate in Grecia 580.125 persone. E secondo Amnesty International, oltre 454 sono morte nelle acque dell'Egeo o risultano disperse. 

Il dramma dei migranti a Lesbo | Infophoto

L'EUROPA - Intanto a Malta una sessantina di governi europei e africani si incontrano per affrontare l'emergenza. L'Italia sarà rappresentata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. L'Europa spera che l'impegno a stanziare fondi per alcuni degli Stati più poveri del mondo scoraggi i viaggi della speranza. Ma il dramma dei migranti e dei profughi non si ferma e sarà sicuramente tra i temi trattati anche al G20 che si svolgerà proprio in Turchia. 

GLI STATI MEMBRI - Mentre la comunità internazionale cerca delle soluzioni, alcuni governi nazionali hanno deciso di continuare a  innalzare barriere per fermare il flusso di migranti. L'ultima è la Slovenia, dove l'esercito ha iniziato a posizionare filo spinato sulla linea di confine con la Croazia. Il governo di Lubiana avevano già annunciato che erano previsti degli "ostacoli tecnici temporanei" lungo la frontiera con l'obiettivo di gestire meglio i flussi. Solo da metà ottobre sono arrivati in questo paese oltre 170 mila migranti. 
 

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