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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mondo Siria

Gli Usa confermano la morte di Al Adnani, numero due dell'Isis in Siria

Il leader della propaganda del gruppo dello Stato islamico è stato ucciso lo scorso 30 agosto durante un bombardamento aereo

Gli Stati uniti hanno confermato di avere ucciso il numero due dell'Isis in Siria, Abu Mohammed al Adnani, in un bombardamento aereo. Il leader della propaganda del gruppo dello Stato islamico è stato ucciso il 30 agosto scorso presso al Al Bab, nel Nord-Ovest del Paese, ha confermato il portavoce del Pentagono, Peter Cook.

Il raid faceva parte di "una serie di bombardamenti contro responsabili dell'Isis, compresi leader finanziari e della pianificazione militare, che hanno indebolito le capacità operative" del gruppo jihadista, ha spiegato il portavoce Usa.

Abu Mohammed al Adnani Taha Subhi Fallaha è il vero nome del siriano Abu Mohammed al Adnani. Secondo un profilo stilato dal New York Times, Adnani è nato in Siria nel 1977 nel villaggio di Binsh della provincia di Idlib, ma ha vissuto a lungo nel distretto di Haditah della provincia irachena al Anbar, dove era stato arrestato dagli americani il 31 maggio 2005 ma subito rilasciato. In un video diffuso in rete nel marzo dello scorso anno, al Adnani aveva annunciato il "benestare" del Califfo al Baghdadi al giuramento di fedeltà all'organizzazione di Abubakar Shekau, leader del gruppo militante islamico nigeriano Boko Haram. In questa occasione al Adnani, sollecitando i musulmani d'Africa alla mobilitazione rivolgendosi all'occidente, aveva detto: "Se voi ambite a espunare Mosul (Iraq), Jarablus (Siria) oppure Derna (Libia), una foresta in Nigeria o un pezzetto del deserto del Sinai sappiate che noi vogliamo Parigi prima ancora di Roma così come vogliamo Kabul, Karachi e Riad".

Truppe inglesi in guerra contro Isis in Siria

Intanto, alcune ore dopo l'entrata in vigore del cessate-il-fuoco in Siria concordato da Russia e Stati Uniti, la tregua sembra reggere. "In generale, la calma domina su tutti i fronti, soprattutto nelle regioni di Damasco, Aleppo e Idlib", ha confermato il direttore dell'Osservatorio siriano sui diritti umani, Rami Abdel Rahman. Solo "un paio di razzi sono stati lanciati subito dopo il debutto del cessate il fuoco", ha aggiunto. Secondo il corrispondente dell'Afp presso le forze del regime ad Aleppo, gli ultimi spari da parte dei ribelli si sono sentiti alle 18.55 locali, le 17.55 in Italia. Nel settore dei ribelli, invece, la calma regna dalle 17 (le 16 italiane).

La tregua voluta per la Siria da Russia e Stati Uniti sarà "forse l'ultima chance per salvare" il Paese arabo devastato da una guerra civile che dura ormai da cinque anni e mezzo, ha spiegato ieri il segretario di Stato Usa John Kerry.
 

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