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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Politico russo anti Putin ucciso in strada: "Terrorismo di Stato"

L'omicidio è avvenuto nel pieno centro di Kiev: Voronenkov, 45 anni, si era trasferito in Ucraina con la moglie. Possibile regolamento di conti o movente amoroso

Oggi a Kiev si è consumato un efferato omicidio per strada, in pieno centro. La vittima è Denis Voronenkov, 45enne ex deputato della Duma di Stato russa, fuggito in Ucraina dopo aver criticato Vladimir Putin in televisione, ma anche in seguito a un’incriminazione per frode in Russia. Una violenza da far west: nella sparatoria i proiettili hanno colpito non soltanto Voronenkov, ma anche la sua guardia del corpo e lo stesso killer.

Le prime immagini sul luogo dell’assassinio, diffuse su Internet e attraverso i social, sono agghiaccianti: mostrano tre corpi a terra, la polizia che scende dalla volante e una voce in sottofondo che dice in russo (non in ucraino): “Ma insomma uno è ancora vivo, dove seno i soccorsi”. E poi ancora: “C’è un altro vivo, si muove ancora”. Quest’ultimo sarebbe il killer che morirà poi in ospedale, mentre a sopravvivere sarebbe stata la guardia del corpo di Voronenkov. Il corpo della vittima invece giace immobile, supino. Una grossa chiazza rossa sul collo fa già capire che le ferite per l’ex deputato dei comunisti russi sono mortali.

LE ACCUSE DEL PREMIER UCRAINO - Immediate sono le reazioni del Cremlino e di Kiev, e di conseguenza le accuse politiche. Il presidente ucraino Petro Poroshenko punta il dito direttamente sulla Russia che a suo dire sarebbe il mandante dell’omicidio di colui che si era schierato contro l’annessione della Crimea, definendo il tutto “un atto di terrorismo di Stato di Mosca”. Il Cremlino, attraverso il suo portavoce Dmitry Peskov, prima afferma che Putin è stato immediatamente messo al corrente, poi replica a Poroshenko, gelido: “Assurdità”. Ma la bagarre continua anche ad altri livelli. Il portavoce del ministero degli Esteri russo, Mari Zakharova, dichiara che Kiev farà di tutto perché non si venga mai a sapere la verità. Mentre per la procura generale di Kiev è “una rappresaglia politica contro un avversario del Cremlino”. 

La storia di Voronenkov, marito di un’altra ex deputata, il noto soprano Masha Maksakova, è davvero strana e ha avuto il suo punto di svolta quando Voronenkov ha fatto un coming out antiputiniano diversi mesi orsono, in diretta tv, sul primo canale. Il conduttore cercava di togliergli la parola, ma Voronenkov è riuscito comunque ad attaccare a parole il capo di stato e paragonare la Russia di Putin alla Germania nazista. Qualcosa di strano davvero da parte di un parlamentare russo, dato che l’annessione della Crimea il 18 marzo 2014 venne sostenuta dall’intera Duma con un solo voto contrario: non quello di Voronenkov, ma quello di Ilya Ponomarev, poi fuggito in America.

LA MOGLIE DELL'EX DEPUTATO - Non secondaria la storia che legava Voronenkov alla moglie Masha. Secondo l’entourage di quest’ultima, il mandante sarebbe stato non politico, sarebbe coinvolto l’ex marito della cantante Vladimir Tyurin. Maria (o Masha come la chiamano in Russia) prima di sposare Voronenkov nel 2015 aveva un seggio alla Duma da parlamentare, che in Russia come altrove cambia la vita; un castello nella periferia chic di Mosca (Rubljovka), talmente accessoriato da avere anche un piccolo salone di bellezza interno; una carriera di bel canto con ruoli al Marinskij; figli, marito. Ora ha un marito morto, due figli minorenni in un Paese dal quale è scappata e dove ha lasciato anche una carriera solidissima. Masha, in un seminario tenuto a febbraio dal partito di governo Russia Unita, in vista delle elezioni regionali previste nel mese di settembre 2017, è stata definita “deputato traditore”: un caso, secondo i conferenzieri, anche “più pericoloso” dello stesso blogger di opposizione Aleksey Navalny, che in genere non è tenero negli attacchi al Cremlino.


 

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