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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Crisi Ucraina-Russia, l'allarme di Kiev: "Mosca prepara l'offensiva"

Vicino al confine con l'Ucraina sarebbero stati stati spostati 300 carri armati T-62 provenienti dalle regioni orientali della Russia. Stato maggiore di Kiev è in allarme e anche la Nato intensifica la sua presenza sul Mar Nero e prepara l'ingresso della Georgia nell'alleanza atlantica

La quantità di sistemi d'arma portati dalla Russia al confine con l'Ucraina è aumentata in modo drastico di recente: in particolare, Mosca ha spostato 300 carri armati T-62 dalle regioni orientali a una base vicina al confine con l'Ucraina. "Il nuovo dislocamento è avvenuto mentre erano in corso le manovre Vostok 2018 (lo scorso settembre, ndr)". La fragorosa denuncia arriva dal capo di stato maggiore ucraino, Viktor Muzhenko, in un intervento su una rete televisiva locale.

Quella che appare a tutti gli effetti l'ennesima provocazione è solo l'ultima tappa della complessa crisi Ucraina iniziata con l'annessione unilaterale della penisola di Crimea da parte della Russia nel 2014 a scapito di un paese che per decenni è stato il "granaio del mondo".

Pochi giorni fa il ministero della difesa russo aveva anticipato il dislocamento entro fine anno in Crimea dei sofisticati sistemi di missili per la difesa aerea S-400 mentre con la recrudescenza delle tensioni tra Ucraina e Russia ha toccato nuovi apici dopo la crisi del mar d'Azov con il sequestro di una flottiglia ucraina da parte della marina di Mosca. 

"La natura di tali spostamenti dimostra che potrebbero essere creati a breve raggruppamenti offensivi significativi, con obiettivo l'Ucraina. Quindi non consideriamo solo una direzione, dalla regioni di Luhansk e Donetsk, ma anche dai confini dell'Ucraina di nord est, centro, e sud", ha precisato Muzhenko.

Muzhenko ha anche reso noto, sempre basandosi su informazioni di intelligence, la creazione di una divisione russa, con due reggimenti di carri armati e due di fucilieri motorizzati, la "Proryv" (il nome in russo significa breccia, ndr) basata a Novocherkask (nella regione di Rostov, ndr), "chiaramente pensata per attaccare, non per difendere".

Mosca avrebbi inoltre quasi raddoppiato il numero delle sue unità navali nel Mare d'Azov.

"La Russia dimostra prontezza a potenziare questi gruppi il prima possibile. Riguarda lo spostamento di navi nel Mare di Azov e quindi nel Mar Nero. È una situazione grave che richiede da parte nostra una reazione"

Ieri il presidente ucraino Petro Poroshenko era a Chernihiv, uno dei tre punti oltre il cui confine Mosca sta potenziando le sue forze. Poroshenko ieri ha annunciato il richiamo di riservisti per addestramento nel quadro della legge marziale entrata in vigore la scorsa settimana in dieci regioni del paese e il nuovo dispiegamento di alcune unità militari per rafforzare le difese.

Un altro segnale del potenziamento delle forze ai confini con l'Ucraina da parte della Russia è il richiamo dalla Siria, di un battaglione della polizia militare - gli uomini del presidente ceceno Ramzan Kadyrov inquadrati nel distretto militare meridionale russo (che copre il Caucaso e di cui fa parte la Crimea, ndr).

Il portavoce del distretto militare meridionale Vadim Astafyev ha precisato che i 400 militari che dallo scorso agosto in Siria hanno presidiato siti militari russi, assicurato l'ordine pubblico e la sicurezza dei civili nei centri abitati liberati, e scortato i convogli umanitari, sono arrivati in aereo alla base di Mozdok in Ossezia del Nord per tornare alla loro base in Cecenia.

La risposta della Nato

La Nato ha ampliato la propria attività nel Mar Nero. "Abbiamo aumentato la nostra presenza in maniera significativa - spiega Jens Stoltenberg, segretario generale dell'alleanza atlantica - continueremo a fornire supporto pratico e politico all'Ucraina".

Stoltenberg ha incontrato i ministri degli Esteri di Ucraina e Georgia per dare un messaggio importante per la Russia. "Tutti i membri della Nato hanno incontrato i i ministri di Ucraina e Georgia: sono tutti impegnati a proseguire la collaborazione con i due paesi".

"Esortiamo la Russia a rilasciare navi e marinai ucraini, la Russia deve consentire la libera navigazione e accesso ai porti ucraini".

"La Russia sta tentando di usare la Crimea per espandere la propria influenza e controllare il Mare di Azov" spiega il segretario generale della Nato riferendosi all'operazione che ha portato al sequestro, da parte di Mosca, di 3 unità navali ucraine e alla cattura dei marinai di Kiev.

"Non riconosceremo mai l'annessione illegale della Crimea, la Russia continua a destabilizzare l'Ucraina orientale".

"Continueremo -aggiunge il segretario generale- a lavorare per preparare l'ingresso della Georgia nella Nato. Incoraggiamo l'Ucraina a proseguire sulla strada delle riforme. La Nato rimane impegnata a consolidare legami con entrambi i paesi".

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Donetsk © Giorgio Bianchi

L'annessione della Crimea e la guerra del Donbass

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