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Venerdì, 19 Aprile 2024
Pena di morte

Usa, uccidere non basta: ora devono soffrire

Dennis McGuire è stato giustiziato dallo Stato dell'Ohio. Per la prima volta nella storia, il suo boia ha usato un mix di farmaci: l'uomo è morto dopo tredici minuti di atroci sofferenze

ROMA - La lunga camminata nel braccio della morte. Quei passi infiniti verso la "camera del boia". Poi, la stanza buia e tetra, senza finestre. E il "lettino" bianco con i lacci. Tutte scene di un film dell'orrore che gli Stati Uniti hanno imparato a guardare con "distacco", quasi con uno "strano" godimento. Ma nel film dell'orrore preferito dagli Usa non c'è il dolore, non c'è la sofferenza: almeno non quella strillata, urlata. 

Per questo hanno sorpreso - forse per la prima volta hanno fatto male a tutti - le grida di disperazione di Dennis McGuire: bianco, 53 anni, condannato a morte per stupro e omicidio aggravato. La sua mano sinistra si è aperta e chiusa per cinque minuti dopo l'iniezione, come a volere salutare i parenti. Poi per qualche minuto è rimasto fermo, immobile: quasi morto. Già, quasi. Perché improvvisamente la vittima ha cominciato ad aprire e chiudere la bocca, poi a lamentarsi. Il suo ventre si è gonfiato e sgonfiato a ritmi impressionanti, poi sempre più piano. A togliere, attimo dopo attimo, il suono alle urla che Dennis non ha mai smesso di fare rimbombare nella stanza della morte.

Fino all'attimo in cui è morto davvero - fra "dolore intenso, panico e mancanza d'aria" - tredici minuti dopo che il boia aveva fatto il suo dovere. 

dennis mcguire-2Chissà se quelle sue urla saranno arrivate anche al giudice che ha deciso, per la prima nella storia degli Stati Uniti, di uccidere Dennis con un cocktail letale di midazolam, un sedativo, e idromorfone, un anestetico. Un nuovo mix letale scoperto dagli Usa dopo il bando del governo a esecuzioni di questo tipo e dopo l'obiezione di coscienza dei produttori europei di barbiturici che avevano lasciato lo "zio Sam" senza più "cartucce" per uccidere.   

Ma l'ultimo "spettacolo", quello del carcere di Lucasville, Ohio, ha incrinato le certezze di molti. E' davvero giusta la pena di morte? O quanto meno, è davvero necessario fare soffrire in questo modo i condannati? Questo, in fondo, è quello che voleva anche Dennis McGuire, violentato da bambino e ucciso dallo Stato dell'Ohio per avere stuprato e ucciso una donna incinta nel 1989. 

"Sto per andare in cielo, ci vediamo lì quando arriverete anche voi" aveva scritto il carcerato ai suoi figli la notte prima dell'esecuzione. Sapeva che sarebbe morto, ma forse neanche lui pensava di soffrire così tanto. Invece, il suo avvocato - che pure si era opposto alla modalità di esecuzione - aveva già capito che sarebbe stata una "morte terrificante". 

Lo aveva detto chiaramente al giudice e alla Nazione, ma alla fine ha "accettato" che si facesse alla "maniera americana" per mostrare la crudeltà del metodo. Per potere dire oggi che il tutto "è stato un fallimentare, angosciante esperimento di Stato". 

Così ha voluto che si mettessero agli atti il cocktail mortale, la siringa, l'ago e le immagini. Un po' come una memoria storica per chi c'era, per chi l'ha visto e per chi lo vedrà. Un po' come uno "stupido" tentativo di spegnere per sempre la tv dell'orrore. 

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