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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Usa, inizia la corsa alla Casa Bianca: vince Cruz, flop Trump. Pari Clinton - Sanders

Da poche ore la corsa alla Casa Bianca è entrata nel vivo con le primarie in Iowa. Pari tra Hillary Clinton e Bernie Sanders tra i democratici, mentre tra i repubblicani Ted Cruz si lascia alle spalle Donald Trump. Tutto è ancora da decidere

Pari tra Hillary Clinton e Bernie Sanders tra i democratici, mentre tra i repubblicani Ted Cruz si lascia alle spalle Donald Trump. Un sorpasso inatteso quello di Cruz su Trump, a sua volta di poco avanti rispetto a Marco Rubio. E' finita con questa certezza la prima notte della stagione elettorale americana, entrata ufficialmente nel vivo da poche ore. I caucus dell'Iowa hanno scattato una fotografia inattesa, ma chiara della performance dei candidati repubblicani in corsa per aggiudicarsi la nomination che li porterà ad affrontare lo sfidante democratico per conquistare la Casa Bianca. Ma tra i due principali candidati democratici, Hillary Clinton e Bernie Sanders, un vincitore certo non c'è ancora. Un testa a testa senza sosta ha caratterizzato tutta la nottata, da cui anche dal lato democratico è emerso un fatto certo: il ritiro della candidatura dell'ex governatore del Maryland, Martin O'Malley.

REPUBBLICANI - Sono bastate solo due ore e mezzo per sapere quale candidato repubblicano ha vinto. Complice un sistema di voto semplice (per alzata di mano o attraverso una preferenza espressa su un foglio di carta), i vari centri sparsi nelle 99 contee dello Stato del Midwest dove gli elettori si sono riuniti hanno impiegato poco a contare i voti. Ma da subito si erano capite due cose: che Trump sarebbe stato sconfitto da Cruz e che la sfida repubblicana è di fatto a tre. Il quarto arrivato, l'ex neurochirurgo Ben Carson, è stato staccato di molto (ha preso solo il 9,3% dei voti).

Il primo a salire su un palco per commentare gli spogli è stato Rubio, che ha raccolto il 23,1% dei voti contro il 24,3% i Trump e il 27,7% di Cruz. Con alle spalle il motto della sua campagna (New American Century, il nuovo secolo americano) e con alla sua destra la famiglia al completo (la moglie di blu vestita con collana di perle bianche, due ragazzine e due bambini in camicia e cravatta), ha esordito dicendo "questo è il momento che ci hanno detto che non sarebbe mai successo". Mentre qualche osservatore ha fatto subito notare che la frase echeggiava le parole usate nel 2008 dal democratico Barack Obama, all'epoca un senatore dell'Illinois semi sconosciuto che a sorpresa ebbe la meglio proprio in Iowa sull'allora senatrice di New York Hillary Clinton, Rubio ha lanciato frecciate a quelli che gli avevano detto che "non ho i capelli abbastanza grigi" e che avrebbe dovuto aspettare il suo turno. Per lui invece "questo è il momento di un presidente che difende il secondo emendamento", quello che riconosce il diritto di possedere un'arma da fuoco. "Questo è il momento di un presidente che rafforza il sistema militare". Il giovane candidato repubblicano ha avvertito gli elettori che festeggiavano la sua terza posizione: "La nostra nazione ha davanti a se due opzioni: diventare la migliore di sempre o diventare una grande nazione in declino".

Poco dopo anche Trump ha preso la parola nel suo quartier generale, a dire la verità senza dire niente di significativo. Con al fianco la moglie vestita di un rosso fiammante come la sua cravatta, Trump non ha fatto altro che ripetere di amare le persone di fronte a lui, l'Iowa e il popolo del New Hampshire, lo Stato dove si terranno le prossime primarie (il 9 febbraio). "Sono onorato di essere secondo", ha dichiarato il magnate dell'immobiliare newyorchese ricordando che lo scorso 16 giugno - quando scese ufficialmente in campo - "c'erano 17 candidati [repubblicani]. Mi avevano detto di non andare in Iowa. 'Non finirai manco tra i primi 10' mi avvertirono". Almeno formalmente per Trump dunque la sconfitta (inattesa, stando ai sondaggi) è una vittoria che "proclameremo in New Hampshire". Trump ha promesso di "andare avanti per sconfiggere Clinton, Sanders o chiunque decida di farsi avanti", riferimento non casuale all'ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, che sta valutando se candidarsi da indipendente. Trump ha lasciato il palco dicendo ai cittadini dell'Iowa: "Verrò qui e comprerò una fattoria".

Donald Trump © Infophoto

E' stato poi il vincitore tra i repubblicani, Cruz, a prendere la parola dicendo subito "Dio benedica lo Stato dell'Iowa. A lui va la gloria". Ha così ringraziato "i conservatori coraggiosi in Iowa e nella nazione. Questa sera lo Stato dell'Iowa ha parlato. L'Iowa ha lanciato un avvertimento: che il candidato repubblicano che vincerà la nomination non sono i media, non è l'establishment di Washington... questa notte è la vittoria di milioni di americani che hanno sopportato per sette anni il presidente Obama". Lui ha promesso di "tornare a grandi standard" perché "i nostri diritti arrivano dal creatore". Cruz ha continuato promettendo che "l'alba sta arrivando. Dal primo giorno, questa campagna è stata un movimento di persone che credono nei principi del libero mercato, nella Costituzione e nei valori cristiani" ha concluso vantandosi di avere incassato "il maggiore numero di voti mai registrato da un repubblicano"

DEMOCRATICI - I fari si sono poi spostati sui democratici. E' stata Clinton a salire per prima sul palco con alle spalle il marito ed ex presidente Bill Clinton e la figlia Chelsea. "What a night!" (che notte), ha detto come prima cosa l'ex segretario di Stato. Vestita di rosso come il suo rossetto, Clinton si è guardata bene dal dichiarare vittoria. Si è limitata a dire di avere "tirato un sospiro di sollievo" anche se era troppo presto ancora per sapere chi tra lei e Sanders aveva avuto la meglio. "Lo status quo non è un'opzione", ha poi incalzato vantandosi ancora una volta della sua esperienza. "So quello che siamo capaci di fare; io so come alzare i salari e garantire l'assicurazione sanitaria a tutti; io so come possiamo essere la super potenza dell'energia pulita del 21esimo secolo; io so come rendere l'università a portata di tutte le tasche; io so come proteggere i diritti degli elettori, dei lavoratori, degli immigrati, delle donne, di gay e di lesbiche. Come lo facciamo? Garantendomi la nomination e andando alla Casa Bianca". A O'Malley ha augurato il meglio (i pochi voti andati a lui hanno reso ancor più difficile da prevedere l'esito dei caucus in Iowa) e si è detta "impaziente" di continuare a sfidare Sanders. Ma per l'ex first lady "il partito democratico sta per ciò che è meglio per l'America. Dobbiamo essere uniti contro una visione repubblicana che ci divide. Non è quello che siamo. Non permetterò loro di distruggere quanto fatto fino ad ora. Unitemi a me. Andiamo a vincere la nomination".

Le ovazioni più sentite e appassionate sono arrivate nel quartier generale del senatore del Vermont. "Iowa, grazie", ha subito detto Sanders riconoscendo che ancora non poteva dichiarare nè una vittoria nè una sconfitta. E' riuscito a pronunciare poche parole prima di essere interrotto da incitamenti a suon di "Bernie, Bernie, Bernie". Si è poi subito complimentato con Clinton, ma sentendosi a suo agio nel dire che "ci siamo aggiudicati la metà dei delegati dell'Iowa". Ha poi ringraziato O'Malley: "Non è mai facile perdere ma lui ha vinto il rispetto del popolo americano". Dopo i dovuti ringraziamenti, il senatore è partito alla carica ripetendo alcuni dei punti chiave della sua agenda politica: "Noi non rappresentiamo gli interessi di Wall Street o della Corporate America. E sono molto orgoglioso di essere l'unico candidato senza un Super Pac". Secondo lui, "il popolo americano sta dicendo: 'no a un'economia truccata'. Non e' giusto che il 10% della società possieda la ricchezza del resto del 90% della popolazione". Per questo ha chiesto ai suoi supporter: "Siete pronti per un'idea radicale? Creeremo un'economia che funziona per le famiglie lavoratrici e non solo per quelle miliardarie. Alzeremo il salario minimo orario a 15 dollari, garantiremo lo stesso trattamento di reddito alle donne, renderemo il college accessibile a tutti, ricchi e poveri e faremo in modo che l'assistenza sanitaria sia un diritto per tutti".

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