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Martedì, 23 Aprile 2024
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Uccisione Floyd, le proteste non si fermano: coprifuoco in decine di città

L'arresto e l'incriminazione per omicidio del poliziotto che aveva fermato Floyd, Derek Chauvin, non ha messo fine alle proteste, con dimostrazioni in oltre trenta città

Ancora una notte di proteste in diverse città degli Stati Uniti, dopo la morte lunedì scorso di George Floyd, 46enne afroamericano deceduto durante un controllo di polizia a Minneapolis. Gli agenti sono intervenuti con lacrimogeni e proiettili di gomma, mentre il presidente Donald Trump ha accusato "vandali e anarchici" di essere responsabili delle violenze.

L'arresto e l'incriminazione per omicidio del poliziotto che aveva fermato Floyd, Derek Chauvin, non ha messo fine alle proteste, con dimostrazioni in oltre trenta città. Il blancio è di 1400 arresti e una vittima.

A Indianapolis una persona sarebbe stata uccisa mentre altre tre sarebbero rimaste ferite dopo uno scontro a fuoco per mano della polizia. Lo ha annunciato, riferisce la Cnn, il capo della Polizia di Indianapolis, Randal Taylor durante una conferenza stampa

A Chicago la folla ha lanciato sassi contro gli agenti, che hanno risposto con i lacrimogeni effettuando numerosi arresti; a Los Angeles la polizia ha sparato proiettili di gomma per disperdere i manifestanti, che avevano dato fuoco a un'autopattuglia.

Per il secondo giorno consecutivo una manifestazione si è tenuta anche davanti alla Casa Bianca, senza che si siano registrate violenze; il sindaco di Atlanta ha dichiarato invece lo stato di emergenza in alcune zone della città, mentre migliaia di persone sono scese in piazza a Minneapolis, New York, Miami, Atlanta e Filadelfia.

Venticinque città in 16 Stati hanno imposto un coprifuoco mentre la Guardia Nazionale è stata inviata in circa dodici Stati e nel Distretto di Columbia. Oltre a Minnapolis, tra le città che hanno imposto il coprifuoco figurano Beverly Hills, Los Angeles, Denver, Miami, Atlanta, Chicago, Louisville, San Paolo, Rochester, Cincinnati, Cleveland, Colombo, Dayton, Toledo, Eugene, Portland, Filadelfia, Pittsburgh, Charleston, Columbia, Nashville, Salt Lake City, Seattle, Milwaukee e San Francisco. "Sono tempi difficili per la nostra città e per il nostro paese", ha spiegato il sindaco di San Francisco London Breed. "Stiamo prendendo questa decisione per assicurarci che tutti siano al sicuro"

Trump, pur ammettendo che la morte di Floyd "ha riempito gli americani di rabbia, orrore e tristezza", ha avvertito di non voler permettere che "folle rabbiose assumano il controllo della situazione"; il suo rivale per la corsa alla Casa Bianca, Joe Biden, lo ha accusato di fomentare gli estremisti e ha chiesto che i responsabili della morte di Floyd vengano portati davanti alla giustizia.

Amnesty Italia: "Situazione impressionante, serve dialogo per abbassare la tensione"

"E' una situazione impressionante. Gli atti di violenza sono censurabili durante le manifestazioni e più grave è il dispiego di forze di polizia equipaggiate così pesantemente con armi ad uso militare: questo comporta un aumento delle violenza stessa". E' quanto afferma all'Adnkronos, Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty International, in merito a quanto sta accadendo negli Stati Uniti in seguito alla morte di Floyd. "Le forze di polizia sono equipaggiate e agiscono come se si trovassero su un vero e proprio campo di battaglia - sottolinea Noury - un confronto violento non può che far aumentare la tensione. I nostri osservatori denunciano di un uso eccessivo e non necessario della forza in numerose città americane e sono necessarie indagini".

"Per raffreddare la situazione occorre una demilitarizzazione dell'approccio, serve il dialogo con gli organizzatori delle proteste - aggiunge Noury - per ridurre tensione e garantire diritto a manifestare pacificamente. Su questa situazione di alta tensione c'è anche la benzina sel suprematismo, del razzismo delle forze di polizia, della retorica di Trump che portano a tattiche violente". "Vorrei sottolineare - conclude Noury - che nessuno dei 50 stati americani ha delle norme sull'uso della forza in caso di manifestazioni coerenti e conformi al diritto internazionale che prevede l'uso della forza solo come estrema ratio, se vi è minaccia per la vita".

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