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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il caso

"Vanessa e Greta vendute due volte dopo il rapimento in Siria"

Le due italiane scomparse in Siria a fine luglio sarebbero state vendute da un gruppo armato a un altro, ma non sarebbero nelle mani dei jihadisti dell'Isis. Video-appello per liberare le due ragazze

ROMA - Prima la trappola, poi la vendita e il passaggio da un gruppo armato a un altro. Ma non sarebbero finite nelle mani dei jihadisti dello Stato islamico. E' quanto potrebbe essere successo a Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due ragazze italiane scomparse in Siria alla fine di luglio, secondo il quotidiano libanese "al Akhbar", vicino al movimento sciita filo-iraniano Hezbollah alleato del regime di Damasco.

Il giornale cita una fonte identificata con uno pseudonimo, Ahmad, descrivendola come «un ex miliziano» di Abizmu, la località dove si sono perse le tracce delle due italiane ai primi di agosto scorso. La fonte citata da al Akhbar sostiene che Vanessa e Greta sono «state attirate a Abizmu» nell’ambito di un piano preordinato per rapirle e chiedere un riscatto. Secondo la fonte, «l’attivista» con cui le due giovani erano in contatto «era uno di quelli che passano molto tempo su Internet». E su Internet «l’attivista» le avrebbe conosciute. Greta e Vanessa si sono in seguito recate più volte a casa dell’«attivista», e tra loro si è creato un legame di fiducia, fa intendere la fonte.

Solo successivamente, «l’attivista» - di cui la fonte non conosce l’identità - in cambio di denaro le ha attirate nella trappola: una visita in casa del «capo del consiglio rivoluzionario di Abizmu», l’uomo forte della cittadina. Quest’ultimo, prosegue il racconto, le ha subito vendute a un altro gruppo armato della zona. La fonte esclude che le due italiane possano esser state vendute allo Stato islamico e fa intendere che Greta e Vanessa si trovino tra la regione occidentale di Aleppo e il confine turco.

Vanessa e Greta, le due italiane rapite in Siria (Foto Facebook)

Per la liberazione delle due italiane e di padre Paolo Dall'Oglio (rapito in Siria oltre un anno fa), è intanto scesa in campo, con un appello video in arabo e in italiano, l'Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii), che per bocca dell'imam di Firenze, Elzir Izzedin, si è rivolta direttamente ai loro rapitori. Come spiega l'agenzia di comunicazione di Klaus Davi che ha curato il filmato, l'appello "verrà diffuso sui principali newtork arabi come Al Jazeera e Al Arabiya" e anche in Italia per "sensibilizzare la comunità locale e far capire all'Italia quanto sia grande la preoccupazione". 

"Mi appello a voi che dite di essere musulmani, liberate i nostri tre ostaggi Padre Dall'Oglio, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli", esorta l'imam nel messaggio video in arabo e in italiano che sarà diffuso anche dai principali canali televisivi arabi. "Loro hanno lavorato in Italia per gli interessi e la liberazione del popolo siriano e sono andati in Siria per aiutarlo contro il regime. Come dice il Corano, nessuno può accusare qualcuno di una cosa che non ha fatto, perciò invito voi credenti, o che almeno dite di essere, di liberare questi nostri concittadini italiani", prosegue l'appello dell'Ucoii. 

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