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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Isis shock: decapitato giornalista Usa

In un video i jihadisti hanno annunciato la decapitazione di un giornalista freelance americano rapito in Siria nel 2012, James Foley. I terroristi si rivolgono direttamente a Obama: "Ogni aggressione contro di noi è un'aggressione contro i musulmani"

Una sfida agli Usa. La campagna di terrore del famigerato Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isis) si alza di livello. In un video i jihadisti hanno annunciato ieri sera la decapitazione di un giornalista freelance americano rapito in Siria nel 2012, James Foley. Nelle immagini si vede Foley in ginocchio con una tuta arancione, come quella indossata dai prigionieri di Guantanamo con alle spalle un uomo vestito di nero. Poco dopo, si vede il corpo di Foley con la testa insanguinata poggiata in grembo

Si vede nel video anche Steven Joel Sotloff, un giornalista Usa rapito in Siria. I terroristi si rivolgono al presidente degli Stati Uniti: "La vita di questo cittadino americano, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni". Il video di circa 5 minuti ha come titolo "Messaggio all'America" e in sovrimpressione compare la scritta: "Obama ha autorizzato operazioni militari contro lo Stato islamico ponendo effettivamente l'America su un piano scivoloso verso un nuovo fronte di guerra contro i musulmani".

Nel video Foley, al fianco di un terrorista vestito di nero, parla contro la guerra in Iraq e "la recente campagna aerea". Poi il terrorista: "Questo è James Foley, un cittadino americano... i vostri attacchi hanno causato perdite e morte tra i musulmani... non combattete più contro una rivolta, noi siamo uno stato, che è stato accettato da un gran numero di musulmani in tutto il mondo. Quindi, ogni aggressione contro di noi è un'aggressione contro i musulmani e ogni tentativo da parte tua, Obama, di attaccarci, provocherà un bagno di sangue tra la tua gente". Le immagini che seguono, agghiaccianti, mostrano il corpo senza vita di Foley e la sua testa mozzata sulla schiena.

Foley venne rapito il 22 novembre 2012 in Siria, nelle vicinanze di Taftanaz, insieme al suo autista e al suo traduttore.

Migliaia di messaggi di cordoglio sul web. La madre di James Foley, Diane: "Non siamo mai stati così orgogliosi di nostro figlio. Ha dato la sua vita cercando di rivelare al mondo la sofferenza del popolo siriano. Supplichiamo i rapitori di risparmiare la vita degli altri ostaggi. Sono innocenti, come lo era Jim. Non hanno controllo della politica del governo americano in Iraq, Siria o in altri parti del mondo", si legge sul profilo Facebook della donna.

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