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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Elezioni Russia, Putin stravince: (almeno) altri sei anni al Cremlino

L'attuale capo di stato ben oltre il 75 per cento. Alta affluenza. Lo "zar" non ha avversari e resterà in sella almeno fino al 2024

Un plebiscito. Per Vladimir Putin non è stata semplicemente una vittoria nelle presidenziali russe di ieri, ma una sorta di incoronazione. L'attuale capo di stato è in testa, con il 76,67% dei voti dopo lo spoglio del 99,75% delle schede dalle commissioni elettorali. Letteralmente asfaltati i suoi contendenti: il candidato del Partito comunista Pavel Grudinin è secondo con l'11,79% dei voti, al terzo posto il candidato del partito liberale LDPR, il nazionalista Vladimir Zhirinovsky al 5,66%. 

55 milioni di voti

Per Putin, secondo gli ultimi dati, hanno votato oltre 55,403 milioni di persone. Putin dopo che i dati iniziavano a indicare il plebiscito, ha salutato i suoi in un concerto "Russia, Sebastopoli, Crimea", in centro a Mosca, in piazza del Maneggio. In un discorso dedicato alla sua rielezione fino al 2024, Putin ha ringraziato chi era in piazza nonostante il gelo. Putin ha detto che non prevede alcuna riforma costituzionale. Rispondendo alla domanda su chi sarà il nuovo primo ministro, ha spiegato che non è sttaa presa una decisione. Ha aggiunto che tutti gli annunci ufficiali saranno fatti dopo l'entrata in carica. 

Per Grudinin ha votato oltre 8,54 milioni di persone, per Zhirinovsky circa 4,140 milioni di elettori. Il quarto posto è andato a "Iniziativa civile" della soubrette Ksenia Sobchak, con l'1,67% dei voti. Hanno votato per lei più di 1.197.000 persone. A seguire Grigory Yavlinsky ( Jabloko ) con l'1,04%, Boris Titov con lo 0,75%, Maxim Suraykin ("Comunisti di Russia"), con lo 0,68%, Sergei Baburin (il partito "Unione popolare russa ") con lo 0,65% dei voti.

L'affluenza alle urne dopo lo spoglio del 99,83% delle schede è pari al 67,47%. Lo rende noto la Commissione elettorale centrale russa. Contrariamente a quanto paventato, l'affluenza alle urne si è rivelata maggiore rispetto alle precedenti presidenziali (65,25 % nel 2012).

La Cina si congratula

Il presidente cinese Xi Jinping si è congratulato con il presidente russo Vladimir Putin per la sua rielezione e ha lodato le relazioni tra i due paesi, mai tanto buone. La relazione tra Pechino e Mosca "è ai suoi più alti livelli storici, costituendo un esempio per l'edificazione di un nuovo tipo di relazioni internazionali, fondate sul rispetto reciproco, la parità e la giustizia", ha indicato in un messaggio il presidente cinese, lui stesso rieletto sabato all'unanimità dal parlamento cinese alla guida dello Stato .

Altri sei anni al potere

La fama di Putin è talmente debordante che la biografia dell'attuale leader russo è stata scritta e riscritta, più e più volte. E se l'editoria russa, ma anche quella internazionale, punta spesso su di lui, vuol dire che il nome del già tre volte presidente russo è diventato ormai un brand, molto vendibile. E in effetti Putin - nome in codice "Plavun" ai tempi dell'accademia dei Servizi segreti sovietici - continua ad essere una garanzia in questo senso.

Ma al netto di una carriera politica che ha trasformato "Zagadka Putina" (Quel Rebus di Putin, dal noto saggio del 2000 dello scrittore Roy Medvedev) in "Putin, ora parlo io" (di Huber Seipel, il giornalista tedesco che ha seguito il leader per anni e poi ha raccolto le sue interviste in un saggio del 2017), il capo di stato ha saputo mettere a segno colpi da maestro. Non solo in politica internazionale.

Dal Kgb al Cremlino

Nato nel 1952 a Leningrado (l'attuale San Pietroburgo), Putin, come tutti sanno, da giovane ha lavorato per i servizi di intelligence sovietici all'estero, con un periodo di servizio a Dresda nella Germania orientale. E da questo soprattutto deriva il mistero che ancora oggi avvolge la sua figura, già ampiamente spiegata e raccontata. "Devo essere come mi vuole il mio popolo", ha detto nel corso di una delle prime interviste a Seipel. Agli inizi degli anni Novanta fu nominato consigliere del sindaco di San Pietroburgo per gli Affari Internazionali e dal 1991 fu a capo della direzione del Comitato per le relazioni esterne della città, con il compito di promuovere i rapporti internazionali e attirare gli investimenti stranieri. Quindi, alla fine del decennio, dal 25 luglio 1998, fu a capo dell'Fsb, i servizi di sicurezza federali. Infine, divenne Primo ministro della Russia nell'agosto del 1999 e, nel giro di pochi mesi, presidente a inizio 2000. Immediatamente dopo le dimissioni del primo presidente della Federazione russa, Boris Eltsin, annunciate nel brindisi di Capodanno e per il nuovo millennio.

Da allora Putin è sempre rimasto in sella, con una piccola pausa di quattro anni, quando dopo due mandati non consecutivi dovette cedere il testimone all'attuale premier Dmitry Medvedev. E non sembra troppo desideroso di cambiare epoca e neppure vita. A chi gli domanda in quale periodo della storia vorrebbe vivere?, lui risponde: "Adesso, perchè in passato tutti i miei antenati erano servi della gleba, e io invece oggi faccio il presidente".

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