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Giovedì, 28 Marzo 2024
Referendum Scozia

Scozia, è il giorno del referendum per l'indipendenza: il futuro in un voto

Seggi aperti dalle otto di giovedì mattina fino alle ventitré italiane. Affluenza prevista intorno all'80%, con i sedicenni chiamati al voto. Ancora in leggero vantaggio il "no"

La Scozia decide oggi il suo futuro. Da una parte l'indipendenza, dall'altra la permanenza nel Regno Unito. I duemilaseicento seggi allestiti per il referendum popolare di oggi hanno aperto i battenti alle 8 del mattino e chiuderanno alle 23, ora italiana. I primi risultati di quello che si annuncia un testa a testa tra favorevoli e contrari sono attesi alle prime ore del mattino di venerdì.

Gli scozzesi chiamati alle urne sono 4,29 milioni: 600.000 di questi hanno già votato per corrispondenza. L'affluenza è prevista intorno all'80%, con i seggi aperti anche ai sedicenni.

Gli ultimi tre sondaggi danno il "no" in vantaggio di quattro punti sul "si". I tre rilevamenti - Icm per Scotsman (45% contro 41%), Opinium per il Daily Telegraph (49% contro 45%) Survation per il "Daily Mail" (48% contro 44%) - sono identici se si escludono gli indecisi: il "no" all'indipendenza vince con il 52% sul "sì", che raccoglie il 48%.

Nel caso degli indecisi, che è il dato fondamentale, le percentuali variano nei tre rilevamenti: dal 14% all'8% fino a scendere al 6%. A questa fetta di elettorato si sono rivolti nelle ultime ore i leader politici scozzesi dei due campi avversi - "Better Together" e "Yes Scotland" - che ieri hanno organizzato due grandi comizi nel centro di Glasgow, ma anche i leader britannici.

Il quesito referendario, negoziato nel 2012 con il governo di Londra, è: "La Scozia deve essere un Paese indipendente?". Se dovesse vincere il "sì", la Scozia ha intenzione di proclamare l'indipendenza nel marzo del 2016: successivamente, in un arco di due mesi, verrebbero organizzate delle elezioni politiche per eleggere un'Assemblea Costituente.

Da un punto di vista culturale e politico cambierebbe relativamente poco: in base all'Act of Union del 1707 la Scozia ha sempre conservato i propri sistemi giuridici e di istruzione, nonché la religione presbiteriana; inoltre, come accade per altri Paesi del Commonwealth, il monarca britannico rimarrebbe comunque Capo dello Stato (e della Chiesa di Scozia) dato che la riunione delle due Corone in un solo monarca è ancora precedente al trattato.

Non è invece chiaro quale sarebbe lo status scozzese all'interno dell'Unione Europea, i cui Trattati non contemplano la possibilità di una secessione in seno ai Paesi membri. I secessionisti scozzesi, comunque, sembrano avere le idee chiare sulla futura collocazione dell'eventuale nuovo Stato indipendente: vogliono rimanere nella Nato - ma senza armi nucelari sul loro territorio -, nel Commonwealth e nell'Ue, ma non vogliono entrare nell'Eurozona - vogliono restare nell'area della sterlina -, né nello spazio di Schengen - ma resteranno nell'area di libera circolazione della Gran Bretagna, Irlanda e Isole della Manica.

Da risolvere sarebbero anche le questioni della bandiera, l'Union Jack contiene la croce di Sant'Andrea con sfondo blu, e della base navale britannica che ospita i sommergibili nucleari Trident: la Royal Navy si è finora sempre rifiutata di contemplare l'ipotesi di un trasferimento, dati i costi elevati, ma se le autorità scozzesi non volessero concedere l'extraterritorialità Londra sarebbe costretta ad un ridispiegamento della propria principale arma di deterrenza nucleare.

Ma tutte queste saranno storie di domani. Oggi è "semplicemente" l'Independence day. 

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