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Martedì, 23 Aprile 2024
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Chi gestisce le autostrade in Italia e come funzionano i pedaggi

Autostrade per l’Italia non è l’unica azienda privata in Italia a gestire autostrade e non è l’unica quindi che rischia di essere penalizzata se la gestione della rete autostradale fosse nazionalizzata

Nell’occhio del ciclone per il disastro di Genova, Autostrade per l’Italia non è l’unica azienda privata in Italia a gestire autostrade e non è l’unica quindi che rischia di essere penalizzata se la gestione della rete autostradale fosse nazionalizzata.

Le autostrade italiane sono gestite da 24 concessionari, cui fanno capo 25 concessioni relative a 5.886,6 chilometri di autostrade. Buona parte di questa rete è stata realizzata dallo Stato che ne rimane proprietario ma tramite l’Anas ne affida la gestione a società private tramite singole concessioni (che possono essere revocate). In altri casi (ad esempio la Bre.Be.Mi.) le autostrade sono costruite direttamente da privati in cambio della gestione esclusiva per un certo numero di anni sufficienti a ripagare le spese di costruzione e a ricavare un profitto (è la formula del project-financing, che ha preso piede di recente ma che non ha trovato grande successo nella pratica).

I concessionari sono tenuti alla manutenzione in cambio dei pedaggi per le tratte autostradali loro affidati con le singole concessioni. I pedaggi vengono stabiliti dai ministri di Infrastrutture ed Economia, sulla base di indicazioni del Cipe (Comitato interministeriale per la politica economica) che tengono conto delle spese e degli investimenti sostenuti o programmati dai concessionari per la manutenzione e il miglioramento/espansione delle tratte autostradali loro affidati, sotto forma di aggiornamento delle concessioni (la materia è regolata dalla legge 296/2006).

Autostrade per l’Italia ha in concessione la maggior quota di autostrade del Paese: 2.854,60 km. Insieme a Sias del gruppo Gavio, gestire circa il 70% dell’intera rete autostradale italiana.

I pedaggi italiani non sono i più cari d’Europa: 7,86 centesimi di euro a chilometro, in media, sono una cifra inferiore a quelle di Francia (8,66) e Spagna (12,02). Dal 2008 al 2017 i pedaggi sono aumentati del 25%. In Austria, Svizzera, Bulgaria, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia si paga una quota fissa, la cosiddetta “vignetta”, legata all’anno solare, che prescinde dalla tratta che si percorre e dal numero complessivo di volte che si imbocca un’autostrada.

Il 2,4% dei pedaggi, al netto dell’Iva, finisce allo Stato, e viene suddiviso tra il Ministero delle Infrastrutture (che incassa il 58% di quel 2,4%) e l’Anas (che incassa il rimanente 42%).

Dal blog "Asso di denari"

CHI RICEVE IL VALORE CREATO DALLE AUTOSTRADE DI TUTTA ITALIA (TRATTO DA ILSOLE24ORE)

Valore 2016 in milioni di euro e ripartizione % (nota: il totale delle ripartizioni non sempre arriva al 100% per gli arrotondamenti. Fonte: Ministero delle Infrastrutture, relazione attività di vigilanza sul settore autostradale nel 2016)

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