Auguri omino Michelin: come un'icona diventa mito
Buon compleanno a Bibendum: in cento venti anni di età è stato anche riconosciuto come logo migliore di tutti i tempi
Centoventi anni e non sentirli: è il caso di Bibendum, il famoso omino della Michelin, ancora attuale e simpatico, nonostante siano decenni che accompagna generazioni di viaggiatori in tutto il mondo.
Come nasce l'omino Michelin
Da un’idea di Édouard Michelin avuta nel 1984 - all’Esposizione Universale e Coloniale di Lione, vedendo una pila di pneumatici disposti artisticamente - il progetto si concretizzò quattro anni dopo, quando l’artista Marius Rossillon (nome d’arte “O’Galop”) rese l'icona protagonista di un manifesto.
Il titolo del manifesto era “Nunc est Bibendum” (“Adesso bisogna bere”): per carità, nulla che riguardi lo stato di ebbrezza in strada… piuttosto la pubblicità citava l’Ode di Orazio (I, 37) per dire che Michelin era in grado di “bere” l’ostacolo, pronto a fornire informazioni tecniche relative all'uso corretto delle gomme, ma non solo.
Come si è evoluta l'icona
Una forte personalità, dunque, per l'immagine del brand, in grado anche di cambiare negli anni. Bibendum si è saputo sviluppare con la trasformazione della società: prima vestendo i panni dell’unica classe sociale che poteva permettersi l'automobile (mostrava monocolo, sigaro, anello con sigillo, gemelli), poi, dopo la diminuzione dei prezzi in concessionaria, abbandonando gli accessori, e diventando un compagno di viaggio per tutti.
Il trionfo del suo successo è stato nel 2000, riconosciuto come miglior logo di tutti i tempi da una giuria di esperti del Financial Times: da lì ha assunto un design high-tech in 3D, pronto ad aprire ancora una nuova era...