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Sabato, 20 Aprile 2024
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Gli automobilisti rendono al fisco 73 miliardi di euro

Secondo un’analisi della Cgia di Mestre gli automobilisti sono una delle principali categoria di contribuenti del fisco italiano. Sui 42,8 milioni di veicoli in Italia grava un carico fiscale di 73 miliardi di euro il carico fiscale che incombe sui 42,8 milioni di autoveicoli presenti nel nostro Paese. Una cifra che secondo la Cgia relega gli automobilisti tra le categorie di contribuenti più tartassate d’Italia. Tra il 2009 e il 2016 (ultimo dato disponibile pubblicato dall’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) il gettito fiscale sugli autoveicoli è aumentato del 10,1% (in termini assoluti pari a 6,7 miliardi di euro), mentre la crescita dell’inflazione è stata del 9%.

Imposte e accise sui carburanti pesano per 34,8 miliardi su chi guida un veicolo e rappresentano la voce fiscale più onerosa. Segue l’Iva sulla manutenzione e riparazione/acquisto di ricambi, accessori e pneumatici che nel 2016 ha comportato un esborso di 10,2 miliardi (pari al 14% della spesa  fiscale totale di chi guida). L’Iva sull’acquisto degli autoveicoli, invece, è costata poco più di 7 miliardi di euro (9,8% del totale), mentre il bollo auto ha assicurato alle casse delle Amministrazioni regionali 6,6 miliardi (9,1% del totale). Le imposte sui parcheggi e sulle contravvenzioni hanno garantito un gettito di 5,6 miliardi (7,7% del totale), quelle sui premi di assicurazione Rc auto quasi 3,9 miliardi di euro (5,3% del totale). Sui pedaggi autostradali il fisco ha riscosso 2 miliardi, mentre l’imposta di trascrizione ha permesso alle amministrazioni provinciali di incassare 1,7 miliardi. Sui lubrificanti, infine, imposte e accise sono costate agli automobilisti 1 miliardo di euro. La Lombardia nel 2016 vantava il primato di autoveicoli: oltre 6,7 milioni, davanti al Lazio, con poco più 4,1 milioni, alla Campania, con quasi 3,8 milioni, alla Sicilia, con 3,6 milioni, e al Veneto, con poco meno di 3,5 milioni.

Solo per dare un’idea della dimensione del prelievo, si ricorda che il gettito derivante dalle imposte che gravano su tutti gli immobili presenti nel Paese ammonta a poco più di 40 miliardi di euro. “La voce che incide maggiormente sulle tasche degli automobilisti italiani – spiega il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – è quella delle imposte e delle accise sui carburanti. Ben 34,8 miliardi di euro, infatti, pari a poco meno della metà dei 73 miliardi complessivi, ci vengono prelevati nel momento in cui ci si reca a fare il pieno al nostro autoveicolo”.

Per ogni litro di gasolio per autotrazione che si acquista alla pompa, il 63 per cento circa del prezzo è riconducibile al peso del fisco. Per ogni litro di benzina, invece, l’incidenza sale al 66 per cento, rileva ancora la Cgia. "Va comunque sottolineato che l’aumento di gettito ascrivibile ad alcune voci - come l’Iva sull’acquisito dei mezzi, i pedaggi autostradali e l’Imposta provinciale di trascrizione – si è verificato negli ultimi anni a seguito della ripresa economica del mercato automobilistico che ha segnato, in merito alle nuove immatricolazioni, dei risultati molto importanti”, osserva il segretario della Cgia Renato Mason. Ma i fari della Cgia sono puntati anche sull’elevato tasso di motorizzazione presente in Italia, in parte imputabile anche alla bassa qualità ed efficienza del trasporto pubblico urbano. Secondo una ricerca The European House-Ambrosetti, citata dalla Cgia, il sistema Paese potrebbe risparmiare fino a 12 miliardi di euro all’anno, attraverso una migliore organizzazione della mobilità nelle 14 città metropolitane del Paese.

"In primo luogo come cittadini, perché il trasporto pubblico funziona poco e male ed è foriero di inefficienze; in secondo luogo come automobilisti, perché non avendo un sistema di pubblica mobilità dignitoso, siamo costretti a utilizzare il nostro automezzo, subendo, tra le altre cose, un carico fiscale spaventoso", afferma la Cgia. In merito alla distribuzione territoriale degli autoveicoli presenti nel Paese, invece, le Regioni dove la concentrazione è più elevata sono anche quelle con il maggior numero di abitanti. Di conseguenza, "possiamo affermare con buona approssimazione che queste sono anche le realtà dove il gettito fiscale complessivo è più consistente che altrove", afferma la Cgia.

Dal blog Asso di denari di Carlo Sala
 

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