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Sabato, 20 Aprile 2024
Sicurezza

Strade, ricomincia la manutenzione: ma a "piangere" sono provinciali e comunali

Dopo 12 anni, invertita la tendenza sui consumi di asfalto: un primo segnale positivo per la sicurezza delle nostre strade

Finisce la prolungata assenza di lavori di manutenzione delle strade italiane. L’analisi trimestrale effettuata dall’Associazione SITEB - Strade Italiane E Bitumi – ad Asphaltica World, il Salone dedicato alle infrastrutture stradali, mostra un’inversione di tendenza sul consumo di asfalto. A trascinare la ripresa sulla rete è ANAS. Pochi segnali invece per arterie comunali e provinciali.

La ripresa dopo un decennio

Dopo più di un decennio di costante calo (dalle oltre 44,2 mln di tonnellate del 2006 alle stazionarie 23 registrate negli anni 2017-2016-2015), la produzione di asfalto - primo indicatore per la manutenzione delle strade - a fine anno segnerà una leggera crescita (+3%).

“Si tratta di una leggera crescita - evidenzia il Presidente SITEB Michele Turrini - ma è un segno carico di significato che si dovrebbe consolidare nei prossimi mesi. A trascinare verso l’alto le vendite di bitume ha contribuito senz’altro l’ANAS (principale stazione appaltante del Paese) che ha finalmente avviato un piano di interventi come non si vedeva da tempo, rimettendo in moto il settore. Il nuovo Esecutivo ha ora una grande opportunità: fare seguire i fatti alle consuete promesse di investimenti sulle infrastrutture, troppe volte annunciate e disattese dai diversi Governi che si sono alternati negli ultimi anni”.

I dati della crescita

Un segnale positivo, dunque, che arriverebbe dopo il -11,8% dei primi 5 mesi dell’anno (rispetto al 2017). Solo in estate, periodo in cui si concentra il maggior numero dei lavori (60%), il report evidenzia infatti un crescente ricorso al riutilizzo del fresato d’asfalto (il materiale ottenuto dalla rimozione del manto stradale durante gli interventi di manutenzione) per la produzione di conglomerato bituminoso.

La quota oggi è superiore al 20% sul totale del conglomerato prodotto. Tentativo di risparmio economico rispetto all’impiego del solo bitume vergine e di sviluppo di un’economia circolare. Questo anche alla luce del costo del bitume, che ha mediamente un’incidenza sul costo complessivo dei lavori stradali compresa tra il 40% e il 50%,  e che oggi è aumentato del 34% rispetto allo scorso anno,  passando da 320 a 441 euro a tonnellata. Su 380 impianti di produzione in attività (31.000 addetti diretti in totale), si stima un valore di produzione e posa in opera superiore ai 1,7 miliardi di euro.

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