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Giovedì, 18 Aprile 2024
Sicurezza

Decreto sicurezza: ora i parcheggiatori abusivi rischiano il carcere

Il provvedimento promosso dalla Lega e approvato al Senato, oltre a misure contro l'immigrazione prevede l'inasprimento delle pene per i parcheggiatori abusivi che ora rischiano addirittura la detenzione

Nei giorni scorsi il Senato ha approvato il Decreto Sicurezza promosso dal Ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Il suddetto decreto inasprisce le norme non soltanto in tema di immigrazione: nel provvedimento, infatti, sono incluse anche misure più dure nei confronti dei parcheggiatori abusivi, che rischiano di non cavarsela più soltanto con delle sanzioni.

Tra le novità presenti rispetto al testo inizialmente predisposto dal Consiglio dei Ministri vi sono alcune modifiche al Codice della Strada relativamente alle norme sul sequestro e la confisca amministrativa dei veicoli, o contro i residenti in Italia che ancora circolano con targa straniera e infine, come accennato in precedenza, con pene più dure nei confronti dei parcheggiatori abusivi.

Cambia l'importo delle sanzioni

Nello specifico, nel decreto è prevista la modifica dell'art. 7, comma 15-bis, del Codice della Strada: attualmente questo articolo punisce i parcheggiatori abusivi (inclusi coloro i quali sfruttano terze persone per esercitare l'attività) con una sanzione amministrativa pecuniaria che va dai 1.000 ai 3.500 euro. La modifica introdotta dal decreto sicurezza andrebbe a ridurre l'importo delle sanzioni pecuniarie che si attesterbbero tra i 771 e i 3.101 euro, ma al tempo stesso verrebbe introdotto un significativo giro di vite nei confronti dei parcheggiatori abusivi.

Carcere per i recidivi o chi sfrutta i minori

Con l'entrata in vigore del decreto, infatti, coloro i quali siano sopresi a svolgere attività da parcheggiatori abusivi, potrebbero persino finire in carcere. La detenzione scatterebbe in due casi, ossia se nell'attività di parcheggiatore abusivo sono impiegati minori oppure se il soggetto è recidivo, dunque se già sanzionato in passato per la medesima violazione. In questi casi si applicherà la pena dell'arresto da 6 mesi a un anno e un'ammenda che oscilla tra i 2.000 e i 7.000 euro, oltre alla confisca delle somme indebitamente percepite.
 

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