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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lavoro

Coronavirus: sindacati, serve stato di crisi distribuzione non alimentare


Roma, 3 apr. (Labitalia) - "Necessario e non più rinviabile un intervento normativo che riconosca lo stato di crisi del settore della distribuzione non alimentare al pari di quanto è stato fatto per altre realtà di impresa”. E’ la sollecitazione condivisa in un Avviso Comune rivolto al Governo sottoscritto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e dall’associazione imprenditoriale di settore Federdistribuzione nel quale si richiede espressamente la "definizione di un sistema organico di interventi in termini di liquidità finanziaria - anche attraverso l’ampliamento delle linee di credito con garanzie dello Stato - e di benefici in termini di agevolazioni contributive e fiscali che consentano anche il mantenimento degli attuali livelli occupazionali".


Le Parti ritengono necessaria “l’adozione di misure incisive per aiutare le imprese a superare la situazione contingente ma, soprattutto, per consentire alle imprese di tornare ad investire, dare occupazione e intraprendere un nuovo percorso di crescita". I sindacati e Federdistribuzione invitano inoltre l’Esecutivo a "riconsiderare la possibilità per le imprese con più 50 dipendenti di accedere alla cigs con una causale strettamente connessa all’emergenza sanitaria, mutuando l’esperienza e le soluzioni già adottate a livello normativo con riferimento agli altri ammortizzatori sociali ordinari" nonchè "alla procedura di attivazione e la retroattività della copertura". Per il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini "quando si uscirà dalla crisi sanitaria il commercio dei prodotti e generi non food sconterà inevitabilmente i riverberi di un prolungato periodo di inattività".


"Il combinato disposto di oneri per fitti, giacenze di magazzino invendute e il pagamento ai fornitori di merce che non potrà essere proposta alla clientela nella stagione delle riaperture -sottolinea il sindacalista- potrebbe dare vita ed un mix letale nei comparti dell’abbigliamento, della vendita di mobili e complementi d’arredo e del bricolage dove dalla mancanza di liquidità potrebbero scaturire situazioni di crisi profonda". E ancora per il sindacalista "va evitato che il post Covid-19 si tramuti in uno tsunami occupazionale per il settore non food. L’intero comparto della distribuzione commerciale non alimentare e il milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori che esso impiega -conclude- meritano una attenzione particolare da parte di chi ci governa".


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