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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Occhio alle uova, se provengono da 'galline allevate (quasi) a terra'

L'organizzazione ha coinvolto aziende virtuose che escludono l'utilizzo di sistemi combinati


Roma, 19 dic. - (Adnkronos) - Uova da galline allevate 'quasi' a terra. Perché la dicitura “da galline allevate a terra” può apparire anche su uova e prodotti dolciari provenienti da sistemi chiamati 'gabbie combinate': un escamotage, in pratica, perché pur essendo legali possono trasformarsi in qualsiasi momento in vere e proprie gabbie. Lo denuncia Ciwf, organizzazione internazionale per il benessere degli animali da allevamento che da anni incoraggia le aziende a non utilizzare né le gabbie né questi sistemi.


Negli ultimi anni, infatti, a seguito dell’imponente passaggio della richiesta del mercato da allevamenti in gabbia a quelli a terra, si stanno diffondendo sistemi ibridi, o combinati, che possono essere convertiti in gabbie semplicemente chiudendo lo sportello frontale. Per questo Ciwf chiede da anni alle aziende di escludere esplicitamente, oltre alle gabbie arricchite, anche i sistemi combinati dalle proprie filiere.


Quando le gabbie dei sistemi combinati sono chiuse, le galline sono confinate a una densità paragonabile a quella delle gabbie arricchite, soffrendo la frustrazione dovuta alla mancanza di spazio e all’impossibilità di fare il nido e razzolare.


Consigli per gli acquisti. Ciwf consiglia di acquistare prodotti da allevamenti bio, all’aperto o comunque da allevamenti alternativi alle gabbie. A Natale, le uova e i prodotti che contengono uova, come ad esempio quelli dolciari, sono presenti con una quota importante nel carrello degli acquisti, per questo Ciwf mette in guardia i consumatori sulla dicitura “allevato a terra”.


"Chiediamo ai consumatori desiderosi di comprare prodotti solo da sistemi più rispettosi del benessere animale di consultare la nostra lista di aziende che hanno escluso i sistemi combinati dalle loro filiere. Per le restanti, il rischio della presenza di sistemi combinati è alto”, dichiara Annamaria Pisapia, direttrice di Ciwf Italia Onlus.


Infatti, in collaborazione con Ciwf, alcune aziende virtuose si sono già impegnate pubblicamente a escludere dalle proprie filiere, oltre alle gabbie arricchite, anche i sistemi combinati. Tra queste, in Italia, Aldi, Barilla, Chef Express e Lidl.


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