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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute

Ricerca: valanga rosa su grant 2019 Fondazione Veronesi, donne 80% premiati

Oggi a Milano la cerimonia per le 198 borse assegnate quest'anno, appello corale per più fondi pubblici a scienziati


Milano, 21 mar. (AdnKronos Salute) - La ricerca vista dalla base, guardando ai camici che popolano i laboratori, è un mondo ormai declinato al femminile. E' il segnale che arriva anche dai numeri dei grant 2019 della Fondazione Umberto Veronesi: 198 medici e ricercatori italiani e stranieri premiati, quasi l'80% donne. Una valanga rosa. Gli uomini sono appena 41, contro 157 colleghe risultate assegnatarie di una borsa. Il quadro emerge oggi all'università Statale di Milano, che ha ospitato la cerimonia annuale organizzata dall'ente che porta il nome del celebre oncologo italiano per premiare i giovani cervelli su cui investe quest'anno 5,5 milioni di euro (solo calcolando le 198 borse).


Nello specifico l'impegno messo in campo è per 171 borse per ricercatori post dottorato e 27 borse di formazione e specializzazione. A questo si aggiunge il sostegno alla Scuola europea di medicina molecolare (Semm), istituzione di alta formazione in ambito biomedico che accoglie 102 dottorandi, e il finanziamento di 5 progetti di ricerca, di 3 progetti internazionali e di 5 protocolli di cura in oncologia pediatrica. Ma se giornate come questa offrono l'opportunità per celebrare la scienza tricolore, dalla maggioranza degli ospiti dell'evento (patrocinato dal Comune di Milano e dalla Statale) è arrivati anche un monito verso un Paese che, come sottolineato sia dal rettore Elio Franzini che dal presidente della Fondazione, Paolo Veronesi, "investe troppo poco in ricerca".


La percentuale del Pil dedicata alla ricerca scientifica, ricorda Veronesi, direttore del Programma di senologia dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, "supera a malapena l'1%, la metà della media mondiale, un terzo di quanto auspicato dagli economisti. Siamo fanalino di coda per quanto riguarda il finanziamento pubblico, ad altissimo livello invece per la qualità dei nostri ricercatori, che sono molto ambiti a livello internazionale. Noi come Fondazione ci impegniamo a sostenerli, cerchiamo di farli restare in Italia, ed è possibile grazie ai nostri sostenitori, a coloro che ci donano risorse e ai volontari che ci regalano tempo". "L'unico modo che un Paese ha per crescere - incalza Franzini - è investire nel suo futuro e quindi in ricerca".


Gli scienziati premiati con i grant sono impegnati nel campo dell'oncologia (fra loro 27 si dedicano all'oncologia pediatrica), delle malattie cardiovascolari e croniche, delle neuroscienze e si contano anche 9 ricercatori al lavoro nell'area della nutrigenomica e degli stili di vita. Da un lato, spiega la Fondazione, si offrono le risorse per permettere di restare a lavorare in centri di eccellenza del Paese, dall'altro si offrono opportunità per attrarre anche ricercatori da oltreconfine. Nel 2019 il 15,2% degli scienziati finanziati è rappresentato da stranieri che hanno scelto un istituto italiano per lavorare. Arrivano da ogni parte del mondo: dall'Argentina alla Cina, dal Giappone al Madagascar.


La Fondazione ha deciso di sostenere anche ricercatori italiani che svolgeranno un periodo di sei mesi di studi all'estero, in realtà in prima linea dagli Usa all'Europa, come l'University of Texas-Md Anderson Cancer Center, l'University of Manchester, la Nanyang Technological University. Quanto ai centri italiani in cui sono al lavoro i borsisti, sono sparsi in tutta Italia: da Cagliari a Trento. Dal 2003, anno di nascita della Fondazione, fino a oggi "abbiamo finanziato quasi 1.600 eccellenti ricercatori e sostenuto 116 progetti di altissimo profilo scientifico e investiamo ogni giorno sull'importanza della prevenzione. Oggi più che mai c'è bisogno del continuo sostegno alla ricerca scientifica da parte del Terzo settore, che non è più un solo contributore marginale ma fondamentale e sostanziale", evidenzia Paolo Veronesi.


A testimoniarlo anche l'ex paziente Gabriella Doneda, Pink Runner Ambassador di Fondazione Veronesi, la volontaria Tiziana Fiorella, il giovane ex paziente Alessandro Brasa che raccontare l'importanza di progetti dedicati ai più piccoli come quello di oncologia pediatrica Gold for kids. "Fin dalla sua nascita Fondazione Umberto Veronesi sostiene una mentalità d’avanguardia per il mondo scientifico e della medicina, poiché considera la ricerca di laboratorio affiancata e proiettata alla prevenzione delle malattie e alla loro cura - afferma Chiara Tonelli, presidente del Comitato scientifico della Fondazione - Siamo fortemente consapevoli delle grandi capacità dei ricercatori, in grado di parlare la lingua della medicina del futuro, una medicina molecolare, preventiva e sempre più personalizzata".


Durante la cerimonia c'è stata anche la consegna del secondo 'Fondazione Umberto Veronesi Award', il premio alle migliori pubblicazioni scientifiche a firma di ricercatori sostenuti dall'ente, pubblicate nell'anno precedente (2018). I tre lavori premiati sono stati selezionati secondo i criteri dell'Impact Factor della rivista scientifica su cui sono stati pubblicati e del potenziale traslazionale della ricerca descritta. Vincitori: Fabia Filipello, Raffaella Morini, Maria Apicella e Nicola Amodio.


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