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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

Trichinellosi, casi in Val di Susa: colpa della carne di cinghiale


Torino, 3 gen. (Adnkronos Salute) - Una ventina di casi di pazienti con sintomi sospetti di Trichinellosi sono stati rilevati nei giorni scorsi dai medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Susa. I casi sono stati confermati dagli accertamenti effettuati presso l’ospedale Amedeo di Savoia di Torino. E' quanto riferisce una nota dell’Asl To3, precisando che si tratta di "cacciatori o di loro parenti e amici, tutti residenti in Val di Susa, che hanno consumato nei giorni precedenti salumi freschi di cinghiale. Si sono presentati in ospedale riferendo di disturbi gastrointestinali, e in alcuni casi dolori muscolari e febbre: all’esame del sangue i medici hanno rilevato un aumento significativo dei granulociti eosinofili, tipico in casi di malattie parassitarie, che ha fatto nascere il sospetto di Trichinellosi".


I medici del Servizio di igiene degli alimenti (Sian) dell’Asl To3 stanno svolgendo le indagini sulle persone coinvolte, su tutti i cacciatori del gruppo di caccia e i loro familiari, mentre i veterinari dell’Area B di Igiene degli Alimenti di origine animale hanno proceduto al sequestro di tutti i salami di cinghiale ancora in possesso dei cacciatori, che sono stati esaminati dall’Istituto Zooprofilattico di Torino con esito positivo. L’Asl ha allertato tutti i presidi sanitari della zona, informandoli dei casi avvenuti.


La Trichinellosi umana - precisa la Asl piemontese - non si trasmette da persona a persona ma la trasmissione avviene esclusivamente per via alimentare, attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta. È una patologia collegata alla tradizione della macellazione domiciliare, ma al contrario non sussistono problemi per la carne proveniente dai macelli o dai salumifici controllati dall’Asl.


La malattia - sottolinea la nota - era assente da anni dal territorio, ma nell’ottobre del 2017 era stata riscontrata una positività all’esame trichinoscopico in un cinghiale cacciato nel territorio di Villar Focchiardo, a cui aveva fatto seguito una campagna informativa del Servizio Veterinario dell’Asl To3 destinata ai cacciatori, con l’obiettivo di sensibilizzarli sulle misure di prevenzione da adottare.


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