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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Perché si festeggia il 25 aprile (e le polemiche non mancano mai)

Come ogni anno, in Italia si celebra la data del 25 aprile, giorno in cui viene ricordata la liberazione dal regime fascista e dall'occupazione nazista durante la Seconda guerra mondiale

Oggi, giovedì 25 aprile, si celebra in Italia la 'Festa della Liberazione'. Il motivo? Questa festività nazionale, istituita nel 1949, ricorda e celebra la fine del regime fascista e il termine dell'occupazione nazista durante la Seconda guerra mondiale, simbolicamente associata al 25 aprile 1945. Proprio in quella fatidica data infatti avvenne la liberazione dall'occupazione nazifascista delle città di Milano e Torino, sebbene la guerra continuò ancora per qualche giorno, fino ai primi di maggio. Un giorno che, come ogni anno, non manca di suscitare qualche polemica, nonostante si tratti di una celebrazione simbolo per tutto il popolo italiano. 

Perché si festeggia il 25 aprile 

La giornata ha assunto nel tempo un alto valore simbolico divenendo l'emblema della Resistenza militare e politica attuata sul territorio italiano dalle forze partigiane. Con un decreto legislativo del governo italiano provvisorio datato 22 aprile 1946 il 25 aprile venne dichiarato per la prima volta 'festa nazionale' limitatamente all'anno 1946, prima di essere ufficialmente riconosciuto come giorno festivo tramite la legge n. 260 del maggio 1949, presentata da Alcide De Gasperi in Senato nel settembre 1948, in quanto "anniversario della liberazione".

Le polemiche del 25 aprile

Come ogni anno, con l'arrivo del 25 aprile, tornano anche le solite polemiche. L'annosa questione è sempre la medesima: nonostante si tratti dell'anniversario della riconquista della libertà, alcuni la vedono come la vittoria di una parte di italiani sull'altra, ossia quella che in quel periodo era stata favorevole a Benito Mussolini. Una questione che torna sempre, considerando che tutt'oggi esistono degli estimatori del fascismo e del suo principale interprete, come testimoniato dagli striscioni inneggianti al Duce comparsi in diverse città italiane proprio alla vigilia della Festa della Liberazione. Una polemica 'storica', se così la vogliamo definire, a cui si vanno ad aggiungere le schermaglie tra i vari partiti politici di oggi. 

Di Maio: "Incredibile, si è discusso anche di questo"

"Ebbene oggi è il 25 aprile, è festa nazionale, festa della Liberazione. Per giorni si è riusciti a discutere anche di questo, è incredibile. Si è discusso di una festa, come se il Paese non avesse altri problemi a cui pensare". Ad affermarlo è il vicepremier, Luigi Di Maio, in un post pubblicato su Facebook. "Io oggi ricordo il 25 aprile perché - sottolinea- è un dovere istituzionale, oltre che storico. Perché è un valore. E tutti questi problemi sulla festa rossa o sulla festa di sinistra non me li faccio".

Mattarella: "Il 25 aprile è il nostro Risorgimento"

Proprio per gettare acqua sul fuoco alla vigilia di un contestato 25 aprile, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sottolinea come questo giorno "ci sollecita a riflettere su come il Paese seppe risorgere dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale. Fu davvero un secondo Risorgimento di un Paese materialmente distrutto" dalla guerra e "gettato nello scompiglio dal regime fascista nemico e da quello monarchico". 

Il capo dello Stato, incontrando al Quirinale le Associazioni combattentistiche e d'Arma alla vigilia della Festa della Liberazione, insieme alla ministra della Difesa Elisabetta Trenta, ha tributato il suo omaggio ai combattenti partigiani e a coloro, uomini donne, militari e civili, e anche sacerdoti, che si impegnarono nella lotta all'oppressione nazifascista e si adoperarono per salvare gli ebrei e i perseguitati del regime: "La vostra testimonianza è un monito permanente, un argine di verità contro le interessate riscritture della storia".

"È al futuro d'Italia che dobbiamo guardare" e far sì che "i giovani sappiano far propri i valori costituzionali" che hanno riportato l'Italia nel consesso delle Nazioni e che "ci hanno permesso di raggiungere traguardi sociali inimmaginabili", ha detto ancora Mattarella. E ha ricordato che "la libertà non è un valore acquisito per sempre ma va difesa e sviluppata", sottolineando anche che il 25 aprile di 74 anni fa "fu il momento fondante della nostra democrazia" che trova il fulcro in quella Costituzione "in cui tutti devono riconoscersi" e la cui tutela e salvaguardia deve essere oggetto di un'azione costante "anche culturale e politica".

Salvini: "Giornata di rispetto"

 La Festa della Liberazione del 25 aprile "è una giornata serena e di rispetto. Le forze dell'ordine a Torino hanno sequestrato materiale di pseudocomunisti che erano pronti a contestare la Brigata Ebraica. E una festa di tutti e non solo di qualcuno", ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, a margine dell'inaugurazione di un comitato elettorale della Lega a Bergamo, parlando dei festeggiamenti per il 25 aprile. "Non è una festa solo dei comunisti, è di tutti. Mi aspetto rispetto e domani sarò in Sicilia e non vedo l'ora", ha aggiunto.

Pd: "Basta polemiche sul 25 aprile"

"Salvini e Di Maio tengano fuori dalla loro rissa il 25 aprile. Non usino questa data per meschini calcoli di bottega elettorale. La festa della Liberazione appartiene a tutti gli italiani e va celebrata, con rispetto e gioia, perché è la sorgente della nostra Repubblica", ha detto il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio. "Non ironizziamo troppo sul 25 aprile che poi finisce che qualcuno inizia a mettere in discussione la storia", ha commentato dal canto suo il segretario del Pd Nicola Zingaretti aggiungendo: "Non dimentichiamoci che tutto inizia con i nazionalismi, e poi l'odio e poi la guerra e poi la miseria e poi la guerra di liberazione e poi la libertà".

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